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Nuovo indirizzo della pagina FACEBOOK dell'Associazione CHIETI NUOVA 3 FEBBRAIO

 


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Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla, Applicarla, non Demolirla”: www.facebook.com/Salviamo-la-Costituzione-Comitato-di-Chieti

 


 

2 febbraio 1993 - 3 febbraio 2015


Per superare, senza dimenticare, le ragioni che hanno portato ai gravi fatti del 2 febbraio 1993



La democrazia si difende con la democrazia

Loris Campetti


Il Manifesto, 19-X-2011

 


Soltanto la giustizia e la cultura potranno salvare l'Italia e gli Italiani

Enrico Di Nicola

 

www.uominicontro.it


La Costituzione si difende con il conflitto

Prova di piazza Il disegno di legge governativo costituisce non l’avvio, ma semmai il punto di condensazione di tendenze morbose già abbondantemente emerse nella recente vicenda politica italiana

L’attacco sferrato alla democrazia costituzionale dal disegno di legge sicurezza non è soltanto il portato di una cultura nostalgica. Una cultura marcatamente autoritaria che il sottosegretario Delmastro ostenta oramai quotidianamente nel tentativo strisciante di rafforzare il legame con la tradizione nefasta del fascismo e del neofascismo italiano.
Limitare il dissenso e reprimere «il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi» è un imperativo che ha in questi anni animato anche l’ideologia neoliberale. Lo troviamo scritto a chiare lettere in uno dei suoi testi fondamentali: il documento redatto dalla banca d’affari statunitense Jp Morgan il 28 maggio 2013. Un documento fatto proprio, seppure in vario modo e con intonazioni diverse, da tutti gli esecutivi succedutisi nel corso dell’ultimo decennio in Italia: dal governo Gentiloni (decreto Minniti) al primo esecutivo Conte (decreto Salvini) fino al governo Draghi (direttiva Lamorgese).
Il disegno di legge governativo costituisce pertanto non l’avvio, ma semmai il punto di condensazione di tendenze morbose già abbondantemente emerse nella recente vicenda politica italiana.
Ma questa volta con caratteristiche e profili particolarmente gravi e insidiosi. Anzitutto per le sue dimensioni: coinvolge oltre venti fattispecie delittuose, introduce un cospicuo numero di nuovi reati, ne ridefinisce le aggravanti e le sanzioni, disponendo spropositati ampliamenti di pena.
Ma c’è un elemento che più di ogni altro spaventa e che più di ogni altro costituisce la cifra di questo disegno di legge: il suo carattere cinico e antisociale, proteso a colpire duramente le aree del disagio, le vite di scarto ammassate nelle nostre città, i rejected people della società capitalistica.
E in particolare i migranti (ai quali, in violazione della libertà costituzionale di comunicare, viene vietato finanche l’acquisto di una Sim attiva sul territorio nazionale, qualora sprovvisti del titolo di soggiorno), i detenuti (ad essere colpita, in particolare, è la popolazione femminile, ferita dalle nuove disposizioni che penalizzano le donne incinte e le madri con bambini di meno di un anno di età), i senza casa (il testo introduce un nuovo reato sulle occupazioni), i mendicanti (viene previsto un inasprimento delle sanzioni per l’accattonaggio).
Siamo in presenza di un disegno che esorbita i confini dello Stato costituzionale di diritto, un inedito dispositivo di difesa dell’ordine sociale per blindare il quale lo stesso disegno di legge non esita a ricorrere a un articolato congegno di misure repressive, sintetizzate dal ministro Nordio con l’urticante formula gladius legis custos: bodycam per le forze di polizia impegnate nelle azioni di mantenimento dell’ordine pubblico; carcere per chi blocca una strada; specifiche aggravanti per i reati compiuti nelle stazioni e per le minacce e violenze commesse nei confronti di un pubblico ufficiale, in occasione della costruzione di una infrastruttura strategica. Fino all’introduzione nel Codice penale del reato di «resistenza passiva» da applicarsi ai detenuti.
Una vera e propria sfida al costituzionalismo democratico e sociale che, all’insegna dei vincoli politici sanciti dal «Washington consensus» e dall’ideologia neoliberista, rivendica oggi in Italia il ripristino del principio di autorità (sotto forma di concentrazione del potere nelle mani di un capo), punta alla sterilizzazione delle assemblee elettive, persegue la rottura della coesione sociale fra i territori, criminalizza il dissenso, limita il diritto di sciopero.
Un’offensiva intrisa di disposizioni arbitrarie, incostituzionali, illegittime. E in quanto tali (e per quanto possibile) arginate dai giudici amministrativi, ordinari, costituzionali. Ma il lavoro dei giudici non può bastare. La difesa della Costituzione è un congegno particolarmente delicato che per aver successo ha bisogno di donne e uomini disposti a mobilitarsi. Ha bisogno del conflitto.
La straordinaria manifestazione di ieri contro il disegno di legge sicurezza ci dice che questo è ancora possibile e ci indica una strada. A noi tocca il compito di seguirla e presidiarla insieme a tutti coloro che si riconoscono nei principi della Costituzione antifascista e nella cultura dei diritti.

Claudio De Fiores, Il Manifesto, 150-XII-2024



Solo il conflitto può frenare la discesa all’inferno

Rapporti di classe: Tre documenti, letti in successione, possono aiutarci a mettere a fuoco i rapporti di classe oggi in Italia. Il 29 settembre l’area studi di Mediobanca ha pubblicato il rapporto annuale […]

Tre documenti, letti in successione, possono aiutarci a mettere a fuoco i rapporti di classe oggi in Italia. Il 29 settembre l’area studi di Mediobanca ha pubblicato il rapporto annuale sui dati cumulativi di 1900 società italiane.
E lo ha presentato in questi termini: «Nel 2023 margini record per le imprese italiane», che vuol dire in concreto «un Ebit medio del 6,6%, il miglior livello dal 2008». Per crescita del fatturato sono in testa le costruzioni, grazie alla droga del superbonus.
Poche settimane dopo un gruppo di ricerca della Facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma pubblicava i risultati di una ricerca intitolata: Dinamica dei redditi, recenti squilibri nell’industria italiana. Il direttore della ricerca prof. Riccardo Gallo, nel presentarla su Il Sole 24 Ore del 22 ottobre, ha usato questi termini: «Il travaso di ricchezza dal lavoro al capitale è stato pazzesco. I soci hanno prelevato come dividendi l’80% degli utili netti e hanno lasciato il 20% come autofinanziamento di nuovi investimenti (…) Oltretutto gli avari investimenti delle imprese sono stati solo per il 40% materiali nelle fabbriche e per il 60% finanziari in partecipazioni».
Il 29 ottobre l’Istat ha pubblicato la notizia flash Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali, luglio-settembre 2024, dove si legge: «I 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,5% dei dipendenti (…) i contratti che a fine settembre 2024 sono in attesa di rinnovo ammontano a 29 e coinvolgono circa 6,9 milioni di dipendenti (il 52,5% del totale)».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Sergio Fontegher Bologna, Il Manifesto, 30-XI-2024



Strada: «No a un governo Ue che vuole più armi e meno diritti»

Intervista

L’europarlamentare Pd: «Sull’Ucraina nessuna svolta e un silenzio inaccettabile su Gaza». «Con Schlein ci siamo sentite, io rispetto la sua posizione e lei la mia: non era una scelta facile. Ma sono molto preoccupata per le posizioni del titolare dell’immigrazione»
Cecilia Strada, europarlamentare indipendente eletta nel Pd. Nelle ore prima del voto sulla commissione Ue non si era espressa. Come mai?
Ho preso tempo per riflettere.
Il discorso in aula di von der Leyen non l’ha convinta?
No, pensavo da giorni di votare contro e non ho cambiato idea.
Perché?
Questa commissione non mette al centro del suo agire le vere priorità: giustizia sociale, diritti, lavoro. Parole che sono addirittura scomparsa dai titoli che indicano le competenze dei vari commissari. La delega a scuola, cultura e diritti sociali è stata chiamata «Persone e preparazione». C’è una involuzione anche semantica. Von der Leyen ha parlato per 40 minuti in aula e il termine che ha usato più spesso è stato «competitività», senza mai dire a cosa serve. E poi continua a mettere al centro il tema della guerra, cui intende reagire armandoci sempre di più. Io mi sono candidata per cambiare questo stato di cose, vorrei un’Europa di pace e diplomazia, che investe più su come proteggere i lavoratori nella transizione ecologica che in spese militari.
Ho ascoltato in audizione Magnus Brunner, mi è parso aperto all’ipotesi di esternalizzazione delle frontiere, persino alla costruzione di nuovi muri contro i migranti. Non lo nascondo: è una commissione lontanissima dai miei valori. Compresa la scelta di Raffaele Fitto come vicepresidente: non per una questione personale, ma per la sua appartenenza al gruppo Ecr, la cui presenza nel perimetro della maggioranza non era nei patti che abbiamo sottoscritto a luglio con Popolari, Liberali e Verdi. I numeri del voto in aula confermano che questa strategia ha indebolito la presidente, che ha raggiunto il minimo storico di voti, 370. E tuttavia non sono felice di aver votato no, perché non mi sfugge quanto sia importante dare all’Europa un governo pienamente operativo, soprattutto dopo l’elezione di Trump.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Carugati, Il Manifesto, 28-XI-2024



Se il Potere non gradisce i magistrati

Domenico Gallo, 23 Novembre 2024

Lunedì in Consiglio dei ministri arriva la norma che prevede azioni disciplinari per i magistrati che prendono posizioni pubbliche su un argomento di cui si occupano o di cui si occuperanno.

“Elon Musk ha ragione, toghe rosse andatevene”. È il testo di uno striscione esposto nella notte tra il 19 e il 20 novembre di fronte ai tribunali di Firenze, Prato, Lucca e Pistoia. Sono note le reazioni furiose seguite ai provvedimenti della magistratura che non hanno convalidato il ricorso alla procedura accelerata di frontiera adottata nei confronti di alcuni richiedenti asilo, provenienti da paesi strumentalmente dichiarati sicuri, facendo naufragare nel ridicolo il c.d. modello Albania, di cui questo Governo ha menato gran vanto. A ben vedere l’aggressione politica e mediatica nei confronti dei giudici esprime l’insofferenza di questo potere politico nei confronti del controllo di legalità e ne smaschera la pulsione autoritaria. Quanto sia profonda quest’insofferenza ce lo dimostra il fatto che adesso si scatena la piazza contro i Tribunali.

Se l’aggressione contro i giudici del Tribunale di Roma e Bologna è una reazione irritata per provvedimenti giurisdizionali sgraditi, che hanno dato torto al Ministero dell’interno, l’intimidazione nei confronti della magistratura non si ferma qui. Molto più grave è l’aggressione portata nei confronti del procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Stefano Musolino, segretario di Magistratura Democratica. Due Consigliere laiche del CSM, Isabella Bertolini (FI) e Claudia Eccher (Lega) hanno presentato un esposto, chiedendo l’apertura di una pratica per il trasferimento d’ufficio, muovendo a Musolino l’accusa di aver partecipato a un dibattito «avente una spiccata connotazione antigovernativa» con affermazioni «di contenuto politico». L’esposto è stato inviato anche alla Procura Generale della Cassazione sollecitando l’avvio di un procedimento disciplinare a carico del magistrato, reo di aver criticato il ddl sicurezza in un dibattito pubblico. Il fatto che un tale esposto non abbia alcun fondamento giuridico e sia destinato ad essere cestinato, non rende, per questo, l’iniziativa meno insidiosa. Dal punto di vista politico si tratta di una arrogante pretesa di “obbedienza” al governo rivolta al corpo dei magistrati, impedendo loro ogni forma di dissenso.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Comitato di Chieti
Salviamo la Costituzione - CDC
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Venerdì 15 novembre 2024 - ore 16.30 Museo d’Arte C. Barbella
via C. de Lollis, 10 - Chieti

La Costituzione Violata - dibattito sull’Autonomia differenziata


IntervengonoAngelo Orlando, Senatore XII Legislatura, Walter Palumbo, Medico Sindacalista
Si ringraziano il Sindaco, per aver inviato un Suo "vocale" sull'autonomia differenziata, debitamente ascoltato dai presenti, i Consiglieri Comunali Barbara Di Roberto per essere venuta a salutarci, pur essendo impossibilitata a fermarsi, Silvio Di Primio,  Edoardo Raimondi, per la loro partecipazione,  Aldo Grifone, per la Sua temporanea presenza.

Grazie ai nostri ospiti Angelo Orlando e Walter Palumbo, che hanno saputo tenere desta la nostra attenzione con i loro interventi documentati, profondi, coinvolgenti.



Autonomia, la sentenza della Corte è un macigno sulla strada di Calderoli

 

La Corte costituzionale ha inflitto un colpo mortale alla lettura, in funzione di spacca-Italia, della improvvida riforma del Titolo V della Costituzione approvata dal centrosinistra nel 2001

Fare buon viso a cattivo gioco, questo è evidentemente il principio a cui si ispirano le paradossali dichiarazioni di Zaia, Calderoli e Salvini, che si sono mostrati soddisfatti per la bastonatura ricevuta dalla Corte costituzionale. Questa lettura tranquillizzante serva ad alzare una cortina di fumo per depotenziare le censure della Consulta con l’obiettivo di neutralizzarle e proseguire la navigazione verso il progetto di secessione della Lega, pervicacemente portato avanti attraverso lo strumento dell’autonomia differenziata. Tuttavia, anche se questa destra al governo ha elevato la menzogna a criterio della politica, i fatti hanno la pelle dura e non si possono cancellare. L’annunciata sentenza della Corte è un macigno sulla strada di Calderoli e compagni. La Corte costituzionale ha inflitto un colpo mortale alla lettura, in funzione di spacca-Italia, della improvvida riforma del Titolo V della Costituzione approvata dal centrosinistra nel 2001. Nel progetto incardinato nella legge 86/2024, la norma di cui al terzo comma dell’art. 116 Cost. che prevede che: “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (..) possono essere attribuite ad altre Regioni”, è stata interpretata ed utilizzata come un grimaldello per scardinare l’ordinamento della Repubblica ed i principi supremi di eguaglianza e indivisibilità. L’intervento della Corte è di importanza fondamentale perché riporta la riforma del Titolo V nell’alveo dei principi costituzionali che reggono la Repubblica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, Novembre 17, 2024

 


Il regionalismo italiano è solidale. Lo chiarisce la Corte costituzionale


I giudici costituzionali hanno smontato la legge Calderoli. Il suo testo rimane formalmente in vigore, ma monco delle sue parti essenziali, senza le quali non può operare, né essere in alcun modo applicato. La parola torna pertanto al Parlamento che per assicurarne la «funzionalità» è ora tenuto a metter mano alla normativa, «nel rispetto dei principi costituzionali» e garantendo i diritti.

Principi e diritti che la legge Calderoli aveva gravemente violato.

Due le questioni di rilievo poste dalla sentenza: la prima di carattere procedimentale, la seconda di tipo sostanziale.

Sul piano procedimentale, la Corte ripristina il primato delle assemblee elettive, precisando che le decisioni fondamentali in materia non possono essere rimesse «nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento». Niente più, quindi, decreti-legislativi adottati in assenza di «inidonei criteri direttivi» (cd. deleghe in bianco). E niente più decreti del capo del governo per rideterminare i livelli essenziali di prestazione dei diritti.

Il giudice costituzionale, oltre a intervenire sul corpo della legge n. 86/2024, ha anche censurato lo spirito, i principi e le ragioni di fondo che ne avevano ispirato la stesura. Dal comunicato della Corte apprendiamo, in particolare, che l’impianto costituzionale della Repubblica non ammette il trasferimento di materie o ambiti di materie, ma solo di «specifiche funzioni legislative e amministrative», in «relazione alla singola regione» e in coerenza con il principio di sussidiarietà verticale.

Ne discende che per i giudici costituzionali lo Stato non è legittimato a trasferire un’intera materia (come la sanità o l’istruzione), ma solo funzioni peculiari di questa. Né tantomeno può procedere al trasferimento delle ventitré materie contemplate all’art. 117, terzo comma, della Costituzione (una sorta di surrettizia revisione costituzionale per via legislativa). E questo perché la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo deve necessariamente «avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione».

I profili di incostituzionalità ravvisati dalla Corte sono ben sette. Su altri il giudice delle leggi ha, invece, preferito affidarsi a un’interpretazione costituzionalmente orientata. Ricorrendo a tale tecnica interpretativa la Corte ha inteso implicitamente ribadire che nella legge vi sono altre disposizioni critiche (in materia di iniziativa legislativa, potere di emendamento delle Camere, qualificazione dei “no lep”, clausola di invarianza finanziaria). E che queste disposizioni, qualora interpretate diversamente, sarebbero anch’esse illegittime.

Si tratta di questioni particolarmente delicate non solo sul piano strettamente ermeneutico e giuridico, ma anche sul piano politico. Anzitutto per i destini dell’iter referendario. Per ponderare le conseguenze e gli effetti della decisione della Corte su questo terreno non basta però un comunicato. È necessario conoscere il testo della sentenza. Come è sempre avvenuto. Ma questa volta ancor di più. Siamo in presenza di una pronuncia “complessa” che, oltre a dichiarare l’incostituzionalità di talune disposizioni contenute nella legge Calderoli, ne ridefinisce, sul piano sistematico-interpretativo, i confini e la portata. Solo una volta appreso il testo della sentenza, saremo nelle condizioni di valutare se esistono le premesse non solo giuridiche (in termini di ammissibilità), ma anche politiche (in termini di opportunità) per un referendum abrogativo.

Al momento ci basta constatare che l’asse politico della legge Calderoli è stato azzoppato dal giudice costituzionale. Sia direttamente accogliendo gran parte delle censure di incostituzionalità mosse dalle Regioni ricorrenti, sia indirettamente, in via interpretativa. Ma, soprattutto, ci piace evidenziare che la Corte ha, una volta per tutte, chiarito che il regionalismo italiano (nonostante le gravi ferite arrecategli dalla revisione del titolo V) è un regionalismo sociale e solidale. E che per l’egoismo territoriale non c’è spazio nella nostra Costituzione.

Claudio De Fiores, docente di diritto Costituzionale, Il Manifesto, 17-XI-2024


 


Comitato di Chieti

 

Salviamo la Costituzione - CDC

Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Venerdì 15 novembre 2024 - ore 16.30 Museo d’Arte C. Barbella

via C. de Lollis, 10 - Chieti

La Costituzione Violata

dibattito

sull’Autonomia differenziata

Intervengono

Angelo Orlando

Senatore XII Legislatura

Walter Palumbo

Medico Sindacalista

 

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Comunicato 6 novembre 2024

Alcuni consiglieri Comunali di Chieti hanno presentato la mozione  di indirizzo contro la  legge 86 del 26 giugno 2024 sulla autonomia differenziata, nota come legge Calderoli, impegnando il Sindaco e la Giunta  a rappresentare  …la contrarietà della Comunità Teatina alla Legge 86/2024…

a sostenere…la presente mozione quale espressione politica della Comunità Teatina…

a facilitare e a promuovere la partecipazione elettorale popolare in caso di indizione di una consultazione referendaria…

La raccolta firme per il Referendum abrogativo della legge suddetta, realizzata dal 23 luglio al 13 settembre  2024, dalle tante sigle del  Comitato promotore, ha ottenuto un  buon risultato numerico in Italia, in Abruzzo, a Chieti e ha mostrato l’esigenza di  partecipazione e di coinvolgimento,  il  bisogno di informazione da parte di tante e di tanti, che si sono presentati alle migliaia di banchetti, organizzati in tutta Italia, evidenziando la volontà e la capacità di discussione e di confronto.

E’ doveroso, per cercare di ridurre la confusione, continuare a lavorare, moltiplicando iniziative volte ad informare e a sensibilizzare l’opinione pubblica, in modo che siano acquisiti gli strumenti per rispondere con forza e determinazione a chi vuole violare la Costituzione, riscrivendo la storia e cambiando la Repubblica Democratica.

Invece di rafforzare il ruolo dello Stato, a tutela della uguaglianza e dei diritti, con politiche finalizzate a ridurre i divari territoriali e a consolidare l’unità del Paese, non tenendo conto delle esigenze di un’Italia unita e solidale, si ripropone una ulteriore frammentazione, aumentando le disuguaglianze, impedendo il godimento dei diritti per tutte e per tutti.

E’ l’autonomia differenziata la risposta alla pandemia? Alla crisi sanitaria, sociale, economica?

Visto che la legge Calderoli, forzando la Riforma del 2001 relativa al titolo V, consente alle Regioni interessate all’autonomia le competenze  su 23 materie, tra cui sanità, istruzione, lavoro, ambiente, energia, sport, trasporti, commercio estero, cultura,… crediamo forse che le Regioni sarebbero più capaci dello Stato nell’assolvere i compiti richiesti?

La domanda che ha posto il costituzionalista Gaetano Azzariti diventa la nostra domanda: vuoi Tu cambiare un sistema che si propone di disgregare l’Italia, smantellare lo stato sociale, accentuare le differenze, abbandonare i Principi di  solidarietà e di uguaglianza in tutto il territorio nazionale?

La legge Calderoli coinvolge le  concrete esistenze quotidiane di tutti i cittadini e va rifiutata per le sue disposizioni  e per la “ratio” che sottende…favorisce una egocentrica competitività e processi di privatizzazione, produce deregolamentazione e caos normativo. (Alessandra Algostino, docente di diritto Costituzionale, Università di Torino) E’ un’altra idea di Italia e di società e non certo migliore!

I prossimi appuntamenti sono fondamentali per il futuro della legge Calderoli: il 12 novembre,  la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla sua legittimità costituzionale, su ricorso presentato da Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Se la Corte accogliesse i ricorsi, il Referendum non ci sarebbe.

A Gennaio, la Corte si pronuncerà sulla ammissibilità del Referendum abrogativo, con eventuale voto popolare tra aprile e giugno.

Comitato di Chieti Salviamo la Costituzione – CDC

Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

membro del Comitato provinciale per il Sì al Referendum per l’abrogazione

della legge sull’autonomia differenziata


 


XXIV edizione del progetto Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria –

 

In ricordo di GIACOMO MATTEOTTI - Venerdì 25 ottobre 2024, ore 11.00, Teatro Marrucino

"Processo a Matteotti", monologo di e con  Alessandro Blasioli

Dopo lo spettacolo, interventi di Guido Campli, presidente del Tribunale di Chieti e di Marina Campana Magno, nuora dell’avvocato Pasquale Galliano Magno.

Il processo agli assassini del deputato Giacomo Matteotti, rapito e ucciso, a Roma, da sicari fascisti, il 10 giugno 1924, si svolse a Chieti dal 16 al 24 marzo 1926.

Sono mesi ormai che a Chieti fervono i preparativi, E’ un ordinato subbuglio... Cittadina…popolata da borghesi, militari e preti…, è perfetta per ospitare non un processo qualunque, bensì “Il” processo, quello contro gli assassini di Giacomo Matteotti. Forze dell’ordine, squadristi, curiosi affollano le strade: unica macchia di colore in quell’oceano nero è l’avvocato Pasquale Galliano Magno, rappresentante di Velia Titta, moglie dell’Onorevole  assassinato. Suo diretto “avversario” è Roberto Farinacci, segretario del Partito Fascista, difensore  di Amerigo Dumini, conosciuto come “Sicario del Duce”. Il Palazzo di Giustizia è circondato da reparti armati dell’esercito…Arrivano gli imputati ammanettati e in catene e, mentre si scambiano sorrisi e cioccolatini con signore presenti, …entrano il cancelliere, il procuratore generale e il Presidente. Inizia così il processo agli assassini di Giacomo Matteotti. Alessandro Blasioli, nei panni dell’avvocato Pasquale Galliano Magno, si infervora, risponde, declama…(Alessandro Blasioli).Verdetto scontato!!! (v. nota sui processi agli assassini di Matteotti).

L’attore regista ci ha fornito uno specchio, sollecitandoci a guardare e a fare di noi stessi l’oggetto della discussione.



 

I processi agli assassini di Giacomo Matteotti

-Corte di Assise di Chieti 16-24 marzo 1926. Sentenza: “Amerigo Dumini, Albino Volpi, Amleto Poveromo sono riconosciuti colpevoli di complicità corrispettiva in omicidio preterintenzionale e condannati, con il beneficio delle circostanze attenuanti generiche, a cinque anni (di cui quattro condonati in virtù dell’articolo 4 del Regio Decreto di indulto 31 luglio 1925), undici mesi e venti giorni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici; Augusto Malacria e Giuseppe Viola sono assolti per non aver commesso il fatto.”

Processo non agli assassini, ma all’assassinato!

-Corte Suprema di Cassazione, Sezione seconda penalesu istanza dell’Alto Commissario per le sanzioni contro il fascismo, con sentenza del 6 novembre 1944 “…dichiarò giuridicamente inesistenti le sentenze della Sezione d’Accusa della Corte di Appello di Roma del primo dicembre 1925 e della Corte di Assise di Chieti del 24 marzo 1926, poiché sulla decisione delle due Corti aveva influito lo stato di morale coercizione determinato dal fascismo e dispose che gli atti fossero trasmessi… al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma, dando così via libera alla riapertura del processo…”

Il desiderio degli antifascisti chietini che si celebrasse di nuovo a Chieti non fu esaudito.

-Corte di Assise di Roma istruì “il vero processo”. Sentenza il 4 aprile 1947: Dumini, Viola, Poveromo sono condannati all’ergastolo, pena commutata in trenta anni di carcere, in virtù del DPR 22 giugno 1946, amnistia e indulto di Togliatti  “per reati comuni, politici e militari”. (Filippo Paziente, Tè danzanti e fiori rossi per il martire Giacomo Matteotti, Ires Abruzzo, Pescara, 2006).

Con la nuova amnistia del Governo Pella, nel 1953, Dumini è liberato, ma la Cassazione annulla il provvedimento e torna in carcere. Ritorna libero nel 1956. Muore nel 1967.



Processo a Matteotti

Per gli studenti di tutte le Scuole Superiori della città, nell’ambito della XXIV edizione del progetto Il Calendario della Repubblica- Il Dovere della Memoria

Venerdì 25 ottobre 2024, ore 11.00, Teatro Marrucino, "Processo a Matteotti", monologo di e con Alessandro Blasioli.

Il processo agli assassini del deputato Giacomo Matteotti, ucciso a Roma, il 10 giugno 1924, si svolse a Chieti dal 16 al 24 marzo 1926.

Dopo lo spettacolo, interventi di Guido Campli e di Marina Campana Magno


 

 


Comunicato

 

 

Il Comitato di Chieti Salviamo a Costituzione – CDC, (Coordinamento Democrazia Costituzionale), invitato a promuovere e ad organizzare l’incontro “La COSTITUZIONE VIOLATA: dibattito sull’autonomia differenziata”, nell’ambito della Festa della Unità, a Chieti, sabato 28 settembre 2024, ha affidato l’incarico di parlarne ad  Angelo Orlando, senatore della Repubblica nella XII legislatura e a Walter Palumbo, medico sindacalista. Dopo il saluto di Tiziana Di Renzo, sindaca di Lama dei Peligni, con funzioni di moderatrice, di Diego Ferrara, sindaco di Chieti e di Enrico Iacobitti, segretario cittadino del PD, i relatori Walter Palumbo, Angelo Orlando, e Maria Piccone, medico sindacalista CGIL, con un linguaggio semplice, accattivante, chiaro, con esempi concreti, hanno illustrato gli effetti negativi già da ora della legge 86 del 26 giugno 2024 in Italia e nell’Abruzzo, in particolare:

-trattenimento del gettito fiscale delle Regioni, senza possibilità di redistribuzione delle risorse alle Regioni meno ricche

-eliminazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, dello stato sociale

-e, in materia di sanità, violazione dell’articolo 32 della Costituzione, annullando il  Servizio sanitario nazionale.

La decisione di collegare i diritti e i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) alla ricchezza del territorio genera l’ incapacità di garantirli a tutte le persone del Paese e determina non solo la riduzione degli investimenti e, quindi,  del numero delle strutture sanitarie, ma, anche, addirittura, l’accorpamento dei reparti, la mancata  assunzione di nuovo personale, la diminuzione delle  retribuzioni di quello  esistente, l’insufficiente acquisto di strumenti adeguati.

Aumenta la difficoltà  delle cure, con le enormi liste di attesa, con l’intasamento dei “Pronto Soccorso”, con la perdita della gratuità delle prestazioni sanitarie e dei farmaci, a cui si aggiunge la loro insufficiente distribuzione.

Pertanto, nel proporre differenti livelli di autonomia  nelle Regioni a statuto ordinario, con le sue scelte, questa legge cancella la solidarietà, distrugge l’uguaglianza sostanziale e calpesta l’universalità dei diritti,  annullando il regionalismo responsabile e solidale della Costituzione (v. soprattutto articoli 2, 3, 5) a favore del regionalismo “competitivo”, svilendo il potere legislativo e la Democrazia rappresentativa.

La insufficiente consapevolezza  delle drammatiche conseguenze della citata legge sarà superata solo se si moltiplicheranno iniziative volte ad informare e a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana, in modo che siano acquisiti gli strumenti per fornire una risposta convinta e determinata a chi vuole violare la Costituzione, riscrivendo la storia e cambiando la Repubblica democratica.

E’ questo il tempo di agire: organizziamo tempi e modi!

L’incontro si conclude con un breve dibattito in cui vengono riportate da alcuni cittadini presenti testimonianze personali dello stato delle cose.

Continuiamo il lavoro intrapreso e ognuna/o faccia la propria parte!

 

La prima fase ha visto la richiesta del referendum abrogativo con la raccolta, in tutta Italia,  di 1.291.488 firme, numero superiore alle 500.000 previste dall’articolo 75 della Carta Costituzionale.



Quella mamma orsa che ha cambiato la mia vita

 

Wwf . Il fondatore Fulco Pratesi ha compiuto 90 anni.

Intervista del presidente dell’associazione Luciano Di Tizio

 

Il 6 settembre come Wwf abbiamo avuto il piacere di festeggiare i novant’anni di Fulco Pratesi, fondatore e attuale presidente onorario dell’Associazione. Nella piccola cerimonia svoltasi nella sede nazionale a Roma, alla presenza di tanti amici, dello staff, di volontari, naturalisti e figure storiche dell’ambientalismo italiano, abbiamo avuto modo di ripercorrere la straordinaria vita di Fulco che in gran parte coincide con quella del Wwf, nato nel 1966 da un piccolissimo gruppo di appassionati di natura e divenuto negli anni la principale associazione italiana per la conservazione della natura.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luciano Di Tizio, Il Manifesto, 12-IX-2024



Comunicato


Il 23 luglio 2024, ha avuto inizio, a Chieti, la raccolta di firme per chiedere il Referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.

Il Quesito Referendario è il seguente Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?

Il Referendum, disciplinato dall’articolo 75 della nostra Costituzione, è uno strumento di democrazia diretta, in cui tutti i cittadini maggiorenni esprimono il loro parere, votando sì o no, sul quesito proposto dai promotori referendari (cinquecento mila elettori o cinque Consigli Regionali). “La proposta soggetta a Referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi….”

Abbiamo raggiunto il numero di 1.025 firme nei banchetti, posti a piazza Garibaldi, alla Villa Comunale, a piazza Vico, in Corso Marrucino, in via Amiterno, a piazzale Marconi.

Grazie a coloro che hanno firmato,  grazie al loro senso civico e alla scelta di partecipare in modo attivo, critico, responsabile alla vita della città e dello Stato!

Noi continuiamo il nostro lavoro anche con altre iniziative di vario genere, per contribuire ad informare e a sensibilizzare i nostri concittadini al fine di arrivare al voto consapevoli che l’eventuale realizzazione del progetto di autonomia differenziata, per il modo in cui è concepito dalla legge 86, non porterebbe all’attuazione della Costituzione, ma ne stravolgerebbe i Principi fondamentali, presenti negli articoli dall’uno al dodici.

Come scrive il costituzionalista Gaetano Azzariti, riportando  il pensiero del costituzionalista  Costantino Mortati, sono i primi articoli della Costituzione “quelli che modellano tutti i successivi e plasmano, dunque, la forma dello Stato italiano”.

Infatti, negli articoli 2, 3, 5, è delineato  “un regionalismo solidale. L’autonomia deve essere promossa al fine di assicurare la unità e la indivisibilità della Repubblica; i diritti inviolabili devono essere garantiti sempre, per tutti, compresi gli stranieri, su tutto il territorio nazionale, imponendo doveri inderogabili di solidarietà all’intera Repubblica.”

Comitato di Chieti Salviamo la Costituzione

iscritto al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e membro del Comitato provinciale per il Sì al Referendum per l’abolizione della legge sull’autonomia differenziata

 


FIRMA ANCHE TU

 

per il REFERENDUM

ABROGATIVO della Legge sull’AUTONOMIA

DIFFERENZIATA


Si può firmare ai banchetti

Settimana dal 19 al  25 agosto:

Lunedì 19 agosto

dalle ore 20.45 alle ore 23.00, Corso Marrucino, “marciapiedi nei pressi della ex Banca di Italia”

Martedì 20 agosto

dalle ore 9.00 alle ore 11.30,  piazza Garibaldi, mercato;

dalle ore 20.45 alle ore 23.00, Corso Marrucino, “marciapiedi nei pressi della ex Banca di Italia”

Mercoledì, 21 agosto

dalle ore 9.00 alle ore 11.30, via Amiterno, Chieti scalo, mercato;

dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico

Giovedì 22  agosto

dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico

Venerdì 23 agosto

dalle ore 9.00 alle ore 11.30, Villa Comunale, mercato;

dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico

Sabato 24 agosto

dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico

Domenica 25 agosto

dalle ore 21.00 alle ore 23.00, Villa Comunale


Si può firmare anche online

link: referendumautonomiadifferenziata.com


 


Chieti nuova 3 febbraio

 

Tutti noi ricorderemo sempre

TIZIANO BELLELLI

cofondatore dell’associazione

continuando a percorrere la strada

da Lui tracciata verso il compimento

 

degli Ideali democratici



Sabato 27 e  Domenica 28 luglio, ore 21.00-23.00, piazza Vico,

raccolta firme per il referendum abrogativo della legge Calderoli sull'autonomia differenziata.



FIRMA!

 

Finalmente è possibile firmare online a sostegno del referendum per abrogare l’autonomia differenziata! E’ stata infatti resa accessibile la piattaforma pubblica per la firma online.

1. Per iniziare apri il link: https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500020 e accedi con lo SPID, la CIE o la CNS

2. Scorri l’elenco delle iniziative e clicca su “Contro l’autonomia differenziata. Una firma per l’Italia unita, libera, giusta” (il numero dell’iniziativa è 500020)

3. Premi su sostieni iniziativa o accedi, clicca su continua SPID, la CIE o la CNS Occorre condividere questa procedura con tutti i vostri contatti


 


RACCOLTA FIRME

 

per il REFERENDUM ABROGATIVO della LEGGE sull'AUTONOMIA DIFFERENZIATA

GIOVEDI' 25 luglio, dalle ore 20.00, Piazza Malta, durante la manifestazione LA PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA, promossa da ANPI e Comune di Chieti, in collaborazione con CGIL Chieti, ARCI Chieti, Slow food Chieti, UDS Chieti, Associazione Universitaria 360 gradi

VENERDI' 26 luglio, ore 9.00-10,30, VILLA COMUNALE-mercato

ore 21.00-23.00, VILLA COMUNALE- vicino al

LAGHETTO della FONTANA del NETTUNO


 


MARTEDI' 23 luglio 2024, dalle ore 21.00 alle ore 23.00, in VICO REAL LICEO,

 

raccogliamo le firme per il referendum abrogativo

della legge sulla Autonomia Differenziata


 


FIRMA ANCHE TU

 

Martedì 23 luglio 2024, dalle ore 9.00 alle ore 11.30, presso il mercato di piazza Garibaldi


 


Legge Calderoli: l’unica via è l’abrogazione totale

 

Autonomia differenziata. Non è questione formale di competenze fra Stato e Regioni ma coinvolge le concrete esistenze di tutti i cittadini. Va rifiutata per le sue disposizioni e per la ’ratio’ che sottende

L’autonomia differenziata, lo ricordiamo ancora, è una “autonomia delle diseguaglianze”. Contrasta con i principi costituzionali di solidarietà ed uguaglianza; frantuma il legame sociale e l’unità della Repubblica; veicola lo smantellamento dello stato sociale; favorisce una egocentrica competitività e processi di privatizzazione;produce deregolamentazione e caos normativo.

È una attuazione della Costituzione incostituzionale: la determinazione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) corredata dalla clausola di invarianza finanziaria e dall’ossessione per l’equilibrio di bilancio (fermo restando che la Costituzione riconosce diritti, non il loro mero livello essenziale) svuota la garanzia dei diritti sociali su base universale e pubblica; la frammentazione dei rapporti di lavoro compie un passo ulteriore nella loro medievalizzazione e nella distanza da una Costituzione fondata sul lavoro come strumento di dignità ed emancipazione; la procedura prevista per le intese determina l’ennesimo esautoramento degli organi rappresentativi (Parlamento e Consigli regionali) in favore dei vertici degli esecutivi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessandra Algostino, Il Manifesto, 17-VII-2024



Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

STOP AUTONOMIA DIFFERENZIATA, cinque Sì nei referendum in difesa della Costituzione e per cambiare il modello sociale e di sviluppo.

L’autonomia differenziata è un progetto che non ha nulla di estemporaneo, di improvvisato, di folkloristico. C’è invece una matrice - separatista, egoistica, antiunitaria - che è stata il cuore e la spinta propulsiva di questo disegno, e che lo segna irrimediabilmente.

Si tratta di un provvedimento che produrrà effetti nefasti su ogni piano: aumenterà i divari tra le diverse aree del Paese; aggiungerà alla competizione sociale quella territoriale; frammenterà localmente le politiche pubbliche su materie di straordinaria rilevanza strategica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) CHRISTIAN FERRARI, Segretario confederale Cgil. 10-VII-2024


 


 

Contro l’Autonomia differenziata, un nuovo CLN

Referendum abrogativo della legge Calderoli: non si è mai vista una richiesta di referendum sostenuta da uno spettro così ampio di forze politiche e sociali.

Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?

E’ un quesito secco, inequivocabile, che esprime una avversione non negoziabile al progetto di rottura dell’Unità della Repubblica e dell’eguaglianza dei diritti, insito nell’Autonomia differenziata, di cui la legge Calderoli è strumento di attuazione.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, 7-VII-2024

 

 


9 giugno 1944 – 9 giugno 2024

 

Nell’ottantesimo anno della Liberazione di Chieti

dalla occupazione nazifascista

estratto dal libro Chieti e la sua provincia

– Fascismo – Chiesa – Occupazione Germanica

1929 – 1944

di  Filippo Paziente, storico e socio sezione ANPI “Alfredo Grifone”- Chieti

Angelo Meloni, nel libro Chieti città aperta scrive che, nei primi giorni di giugno del 1944 i tedeschi iniziarono il ritiro e il trasporto verso il nord dei materiali pesanti distribuiti nella provincia di Chieti. La sera del 7 giugno tutti i reparti organici avevano lasciato la zona di Chieti. L'8 giugno, verso le 16, mentre si svolgeva la processione del Corpus Domini, il comandante tedesco, il prefetto Giuseppe Girgenti, con i relativi seguiti e alcuni collaboratori, lasciavano la città fuggendo verso il nord...

In città rimasero solo alcuni guastatori, incaricati di far saltare strade e alcuni impianti. Tra il 7 e l'8 giugno questi guastatori danneggiarono alcune officine e segherie, lo stabilimento della Cellulosa […] la centrale elettrica e alcune strade. […] Furono distrutte le opere di presa dell'acquedotto cittadino. Sul salvataggio della Colonnetta scrive: L'intervento dei patrioti e dei carabinieri salvò la strada che collega Chieti con la nazionale Tiburtina. Con scariche di fucileria misero in fuga i guastatori impegnati a far brillare le mine. Poi, i patrioti rendevano innocue le mine, asportando coraggiosamente, senza l'ausilio di mezzi tecnici, le micce e gli inneschi.

Il brigadiere della Guardia di Finanza Emanuele Di Patrizi,  in un rapporto, datato 9 giugno 1944 e inviato alla IX Legione Territoriale della Guardia di Finanza di Roma…, conferma quanto scritto da Meloni. Fu Di Patrizi a guidare un gruppo di giovani partigiani e di volontari in uno scontro coi guastatori che stavano per far brillare le mine sulla Colonnetta…; Il loro intervento salvò anche la cabina elettrica del Tricalle, i motori e i macchinari dell'ufficio elettrico tranviario e il gasometro della città…Inoltre, Meloni accenna a un breve violento combattimento tra il primo plotone della Compagnia paracadutisti della Nembo, entrata in città il 9 giugno verso le ore 19, e un gruppo di guastatori tedeschi, che fu sopraffatto e catturato…



10 giugno 1924

Una squadra fascista, capeggiata da Amerigo Dumini rapisce ed uccide

Giacomo Matteotti

“Il rapimento, cento anni or sono, del Deputato socialista Giacomo Matteotti, a cui fece seguito la sua crudele, barbara, uccisione, fu un attacco al Parlamento e alla libertà di tutti gli italiani e rappresentò uno spartiacque della storia nazionale…
La violenza che, da subito, aveva caratterizzato le azioni del movimento fascista, dopo le aggressioni ai lavoratori organizzati nei sindacati e nelle cooperative, contro le Istituzioni, dai Comuni si rivolse al Parlamento…
Con lucidità Matteotti vide la progressiva demolizione delle libertà garantite dallo Statuto Albertino da parte del fascismo e ne denunciò conseguenze e implicazioni, mentre nelle classi dirigenti italiane non si faceva strada analoga coscienza.
Il coraggio che animò la sua ultima, drammatica denuncia dai banchi di Montecitorio costituisce non soltanto un inno alla libertà e un testamento politico di perenne validità ma, altresì, un atto di fedeltà al Parlamento… La Repubblica si inchina alla memoria di Giacomo Matteotti…”

Dal discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 10 giugno 2024


 


Festa della Repubblica

 

Festa della Costituzione

2 giugno 1946

prime libere elezioni a suffragio universale

femminile e maschile dopo la dittatura fascista e la guerra

referendum tra Monarchia e Repubblica – elezione dell’Assemblea Costituente

2 giugno 2024

Nella consapevolezza del significato

dell’essere cittadini responsabili

IMPEGNAMOCI

ancora e sempre a vivere quotidianamente

i Principi e i Valori su cui si basa la nostra Costituzione

“rifiutando con determinazione baratti insidiosi; sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio

di sottomissione, ordine attraverso paura

e repressione, prosperità economica

in cambio di sudditanza…”

(Presidente della Repubblica Sergio Mattarella - primo giugno 2024)



"Il Calendario della Repubblica -Il Dovere della Memoria" -  XXIV edizione

 

28 maggio ore 16.30, auditorium V. Cianfarani – Parco della Civitella

IN RICORDO di GIACOMO MATTEOTTI

Pomeriggio intenso, ricco di emozioni e di riflessioni.

Tre  i momenti dell’incontro, tutti tesi a ribadire che La Memoria, sostenuta dalla Storia, offre ancora un antidoto agli Italiani che continuano a credere nell’antifascismo come Valore

- la presentazione precisa e appassionata del professor Roberto Leombroni, che, ricordando la scelta della città di Chieti come luogo del processo agli imputati della uccisione di Giacomo Matteotti, rivendica la presenza di una opposizione al fascismo, messa preventivamente a tacere in modo violento ed illegale. Inoltre, vengono sottolineate la tensione, sia in Italia sia a livello internazionale, negli anni 1973, 1974, in cui il film del regista Florestano Vancini “Il delitto Matteotti” fu realizzato e diffuso e  le strane amnesie di oggi

- la proiezione del film, che ricostruisce in modo dettagliato sia i Valori e il modo di operare del deputato Giacomo Matteotti, consapevole, prima di altri, della terribile svolta cui la società italiana stava andando incontro e il successivo rapimento e assassinio, il 10 giugno 1924, ad opera di una squadra fascista, capeggiata da Amerigo Dumini, sia  il ruolo di Mussolini nel delitto. L’uso di ogni genere di violenza come metodo colpisce anche le indagini del magistrato Mauro Del Giudice, che fu trasferito per impedirGLI di continuarle

- l’intervento di Guido Campli, presidente del Tribunale di Chieti, che, atti alla mano, ribadisce l’importanza dei documenti, illustrando la sentenza della Corte di Assise  di Chieti, che celebrò il processo contro Dumini e i suoi complici dal 16 al 24 marzo del 1926, giungendo a condannarli a pene miti per omicidio preterintenzionale. Venti anni dopo, nel 1944, la sentenza fu dichiarata “inesistente” e il processo fu riaperto, mettendo in luce non solo le responsabilità del brutale omicidio, ma anche i depistaggi e le manovre del governo fascista per condizionare gli esiti del processo e assicurare l’impunità agli assassini del deputato. I sopravvissuti imputati Dumini, Poveromo, Viola  furono condannati per  omicidio premeditato all’ergastolo, poi, commutato in trenta anni di reclusione. A. Dumini fu liberato nel 1956 e morì nel 1967 per incidente domestico.

A cura di Chieti nuova 3 febbraio, della Sezione Abruzzese dell'Associazione Nazionale Magistrati, delle Scuole Superiori di Chieti Istituto Tecnico "F. Galiani-R. de Sterlich", Istituto Professionale "U. Pomilio", Istituto di Istruzione Superiore "Luigi di Savoia", Liceo Scientifico F. Masci", in collaborazione con l'Unitre, con il MIC - Direzione Regionale Musei Abruzzo - La Civitella.

Si ringraziano le/i docenti R. Bucci, G. Cifani, M. Fusella, E. Marchione, G. Micomonaco; L. Di Nunzio, M. A. Narciso;  S. Camplone, A. Leonzio, M. E. Marcantonio, A. Passi, V. Verlengia; B. Di Paolo, G. Federico;

le presidi G. Angeloni, S. Longo, S. Solipaca;

il direttore Marcello Iannicca e il personale della Civitella; il folto pubblico presente

Giacomo Matteotti, ultima  parte del discorso alla Camera

30 maggio 1924

Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. (Interruzioni a destra) Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni. (Applausi all’estrema sinistra - Vivi rumori)



 

XXXI Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia

VIVERE LA COSTITUZIONE

24 Maggio 2024, ore 10.00, auditorium V. Cianfarani- Parco della  Civitella

Incontro conclusivo

Hanno partecipato al le/i docenti

Simona Azzariti, Marianna Bocchini, Marta Brigante, Eurosia Di Benedetto, Paola Montanaro, Michela Rapposelli, Antonietta Trozzi della S. M. V. Antonelli-Chieti;

Massimo Bascelli, Gloriana Marchese, Valentina Santarelli, Maria Elena Treddenti della S.M. F. Vicentini-Chieti;

Irma Cimini Tirabassi, Enrica Della Pelle, Arianna Dolceamore, Melissa Evangelista, Roberto Sanna, Isabella Tonucci della S.M. Fara Filiorum Petri con sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano;

Marco Giampietro, Luca Giardini, Serena Scoglia, Tiziana  Vicentini della S.M. Buonarroti-Ripa Teatina-Torrevecchia Teatina;

Rosella Bosi, Rita Braccia, Donatella Di Bartolomeo, Elvira Mastrovincenzo, Vincenzina Pace, Mariangela Sanese, Alessandra Serpente della S.M. G. Galilei-San Giovanni Teatino.

Si ringraziano

-il regista Antonio Tucci del Teatro del Krak di Ortona per la preparazione degli studenti alla lettura recitata

-le studentesse e gli studenti che hanno recitato

-le presidi Francesca Di Tecco, Liliana De Vincentiis, Maria Assunta Michelangeli, Giovanna Santini, Emanuela Salvischiani.

- il direttore Marcello Iannicca e il personale della Civitella


 


Chieti nuova 3 febbraio, con la Sezione Abruzzese dell'Associazione Nazionale Magistrati, con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tecnico "F. Galiani-R.de Sterlich", Istituto Professionale "U. Pomilio", Istituto di Istruzione Superiore "Luigi di Savoia", Liceo Scientifico F. Masci", in collaborazione con l'Unitre, con il MIC - Direzione Regionale Musei Abruzzo - La Civitella.

 

Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria – XXIV edizione

In ricordo di GIACOMO MATTEOTTI

Martedì 28 maggio, ore 16.30 - Auditorium V. Cianfarani - Parco della Civitella

Introduzione storica del professor Roberto Leombroni

Proiezione del film Il delitto Matteotti del regista Florestano Vancini

Dibattito con l’intervento di Guido Campli

presidente del Tribunale di Chieti

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Ingresso gratuito

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio



 

Sezione Abruzzese Associazione Nazionale Magistrati

Chieti nuova 3 febbraio

XXXI Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia

VIVERE la COSTITUZIONE

Venerdì, 24 maggio, ore 10.00 - Auditorium V. Cianfarani - Parco della Civitella

Incontro conclusivo La parola agli studenti

Lettura ragionata e recitata dei primi dodici articoli della Costituzione

da parte dei giovani a cura del regista Antonio Tucci

Premiazione delle Scuole

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Hanno partecipato al XXXI Corso le  Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, F.Vicentini;

di FARA FILIORUM PETRI-sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti;

di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei



 

23 maggio 1992 strage di Capaci

Il 23 maggio 1992 sembrò che nell’apocalisse della c. d. strage di Capaci dovesse per sempre sprofondare la speranza degli uomini onesti. Le immagini desolanti dell’enorme cratere, di quella Croma scagliata ad oltre 60 mt. di distanza dall’orrenda deflagrazione, con all’interno i cadaveri straziati di Rocco Di Cillo, di Vito Schifani e di Antonio Montinaro, quella folla enorme e scomposta di persone che si riversavano nell’area aperta a tutti per andare a rendere omaggio alle vittime o semplicemente a curiosare, quelle persone che vendevano panini e merce varie in prossimità del luogo teatro del crimine, il rapido ripristino della viabilità della carreggiata, ove era avvenuta l’esplosione, in vista dell’imminente arrivo della regina d’Inghilterra, che indusse a fare tutto in fretta, mi apparvero come lo specchio su cui si rifletteva l’immagine di uno Stato assente e distratto, che per tanti anni aveva tollerato o, forse, favorito, il dilagare del crimine organizzato.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luca Tescaroli, Questione Giustizia

 

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio, Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”, Istituto Professionale “U. Pomilio”, Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Associazione Unitre-Chieti

 

 

Il Calendario della Repubblica- Il Dovere della Memoria – XXIV edizione

Incontri sull’ambiente - prima parte

Giovedì 16 maggio ore 10.30

aula magna Istituto Tecnico F. Galiani - via U. Ricci, 22


Clima e scenari globali.

La scoperta dell’impegno

Ferdinando Franceschelli

docente presso l’Università degli Studi “G.D’Annunzio” di Chieti – Pescara e avvocato


Ambiente e Solidarietà

tra le generazioni.Testimonianze

Anna Rita Mantini

procuratrice aggiunta presso il Tribunale di Pescara e consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti


Dialogo con gli studenti

Info: www.chietinuova3febbraioi.it; facebook.com/chietinuova3febbraio


 


Primo Maggio - Festa dei Lavoratori e del Lavoro

 

LAVORO E COSTITUZIONE

Articolo 1 - L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo 4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Articolo 35 - La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni...

Articolo 36 - Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro …

Articolo 37 - La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore…

Articolo 38 - Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale…

“…Dunque, il lavoro è un elemento base della nostra identità democratica. Il lavoro è libertà. Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere se stessi, per realizzarsi nella vita…è l’ascensore sociale che rende la nostra una società aperta e libera.”

Dal discorso del Presidente della Repubblica, 30-IV-2024

 

Per un Primo maggio

dedicato a “un'Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”.

Buon Primo maggio a tutte e a tutti!



Caro manifesto, ho l’idea folle di fare politica, non solo il 25 aprile

Lettera di una ventunenne. Non voglio pensare che siamo come una specie in estinzione, tuttavia bisogna che ci preserviamo, bisogna partire da noi, dare importanza al «noi»

Cara redazione del manifesto, scrivo la sera della vigilia del 25 aprile come da bambina scrivevo la lettera per Babbo Natale (e gli chiedevo la pace nel mondo). Ora di letterine non ne scrivo più, ma la pace la sogno ancora: sono più disillusa, come tante persone, più consapevole della complessità della realtà. Ho sempre vissuto l’anniversario della liberazione come un giorno da festeggiare, ma anche come un giorno in cui le lotte convergono in un momento di massima unità e condivisione e nel quale si fanno i conti con il presente.

Quando penso che il presente fa un po’ paura cerco di ricordarmi che ho ventun anni e che farmi immobilizzare dal pensiero di tutte le cose che non vanno bene nel mondo mi fa stare solo peggio. Il punto è: che fare? Quando ho saputo della proposta di fare una grande manifestazione a Milano ho provato un grande entusiasmo. Ho visto il corteo del ’94 nel noto film che la riprende, e spero che anche domani la manifestazione sarà tanto partecipata (magari senza pioggia).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Laura Coniglio, Il Manifesto, 29-IV-2024



25 aprile e l’elaborazione del passato fascista

Memoria viva. Per una corretta analisi storica, oltre a dar valore alla Resistenza, bisogna prevedere una martellante politica del ricordo di cosa è stata veramente la guerra di Mussolini

Quest’anno il 25 aprile ha acquistato un significato particolare perché ha voluto gridare in faccia al governo che l’Italia non è fascista. Ma questo non esaurisce il discorso, e non parlo del legame che la scadenza inevitabilmente rimanda alla tragedia palestinese.

Mi riferisco all’elaborazione della memoria della Resistenza, anzi più in generale all’elaborazione del passato fascista. Un problema dal quale né l’Italia né la Germania riescono a liberarsi e che ritorna periodicamente ogniqualvolta esso ricompare come passaggio ineludibile della coscienza collettiva, se non dell’identità stessa di una nazione.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Sergio Fontegher Bologna, ll Manifesto, 27-IV-2024

 


Viva l’ANTIFASCISMO - Viva la RESISTENZA - Viva la COSTITUZIONE

 

25 aprile 2024 – 25 aprile 1945

per la Festa

della Resistenza e della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo

Oggi più che mai dobbiamo onorare i caduti

che hanno offerto la propria vita

“per restituire all’Italia libertà e dignità”

Oggi più che mai dobbiamo essere consapevoli

del periodo buio

che l’Italia attraversò nel ventennio fascista

Oggi più che mai dobbiamo impegnarci

e vigilare

per salvaguardare i diritti conquistati

Facciamo la nostra parte difendendo e applicando quotidianamente la Costituzione

la nostra bussola che ci guida nella direzione

di marcia e ci indica la strada per la PACE

Viva la COSTITUZIONE

Viva la PACE



AUGURI!!!

Che la Pasqua

ci aiuti a chiedere-a gran voce-tutti insieme

la PACE

riportando in ciascuno di noi

la voglia di connetterci

con noi stessi e con gli altri

la capacità di indignarci

di fronte alle ingiustizie

la consapevolezza dell’urgenza

dell’IMPEGNO CIVILE

Viva la Costituzione!

 


ANDIAMO a VOTARE

 

La nostra Costituzione garantisce ad ogni persona la partecipazione attiva, critica, responsabile alla vita della collettività e organizza il nostro stare insieme.


Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico…

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.


 


Comunicato stampa

 

Venerdì primo marzo, alle ore 17.00, presso l’auditorium V. Cianfarani, Parco della Civitella - Chieti

l’associazione Chieti nuova 3 febbraio con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tcnico F. Galiani-R. de Sterlich, Istituto Professionale U. Pomilio, Istituto Industriale L. di Savoia, Liceo Scientifico F. Masci, in collaborazione con l’associazione Unitre- Chieti, il MIC – Direzione Regionale Musei Abruzzo- La Civitella,

promuove, nell’ambito del progetto “Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria”, giunto alla XXIV edizione, l’incontro dibattito dal titolo La Giustizia nella Costituzione.

Sarà con noi ARMANDO SPATARO, che parlerà “dei Principi della Giustizia affermati in Costituzione, dell’ordinamento finalizzato alla loro attuazione e dei periodici progetti di riforma”.

Nota biografica, tratta dal curriculum presente in Asset – Regione Puglia, Google:  “Armando Spataro, entrato in Magistratura  nel 1975, assegnato, nel 1976, alla Procura della Repubblica di Milano con funzioni di Sostituto Procuratore, vi ha prestato servizio fino al luglio 1998, quando è stato eletto componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Alla scadenza del mandato, nel luglio 2002, è stato riassegnato alla Procura della Repubblica di Milano come Procuratore Aggiunto e, quindi, Coordinatore del Dipartimento terrorismo ed eversione.

Da gennaio 2012 a marzo 2013, su sua dichiarata disponibilità, è stato

temporaneamente applicato alla Procura di Lodi come Procuratore della Repubblica facente funzioni, per far fronte alle difficoltà ed ai vuoti d’organico di quell’ufficio.

Da giugno 2014, ha assunto le funzioni di Procuratore della Repubblica di Torino, esercitate fino alla scadenza del mandato per raggiungimento del limite di età, nel 2018.

Nella Sua lunga attività, si è occupato di terrorismo interno e di quello internazionale, di criminalità organizzata e di mafia. Numerose le Sue esperienze di  lavoro e di studio all’estero.

Per la sua specifica esperienza nel settore del terrorismo, ha rappresentato spesso, presso Eurojust a L’Aja, i pubblici ministeri italiani che si occupano della materia Ha ricevuto numerosi incarichi di insegnamento e di formazione in incontri o corsi dedicati a magistrati o appartenenti alle forze di Polizia, anche stranieri.

E’ autore di numerosi saggi (anche di diritto processuale comparato), commenti a testi di legge e pubblicazioni varie di carattere scientifico (prevalentemente in materia di criminalità organizzata e terroristica, di tecniche investigative)” e del libro dal titolo “Ne valeva la pena – storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa”, definito nella copertina,  Una storia popolata di ricordi dolorosi e di facce ambigue, ma anche di passione civile e di persone amate.

Info: www.chietinuova3febbraio.it;

facebook.com/chietinuova3febbraio

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

 

XXIV edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria, promossa con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich, Istituto Professionale U. Pomilio, Istituto Istruzione Superiore L. di Savoia, Liceo Scientifico F. Masci

in collaborazione con l’associazione Unitre- Chieti

MIC – Direzione Regionale Musei Abruzzo- La Civitella

Venerdì primo marzo, ore 17.00

Auditorium V. Cianfarani

Parco della Civitella - Chieti

La Giustizia

nella Costituzione

incontro dibattito

con ARMANDO SPATARO

già magistrato

La cittadinanza è invitata a partecipare

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio


 


3 febbraio 2024 - 2 febbraio 1993

 

A trentuno anni di distanza

dalla emersione della Tangentopoli locale

spetta

a tutti noi ricordare, riflettere, agire.

Non assistiamo inerti all’evidente impoverimento della nostra città

e alle concrete  accresciute difficoltà

della vita quotidiana

Non consideriamo ineluttabili le guerre

e le violenze inaudite vicine a noi

Rispondiamo alla perdita della relazione con l’altra/o e al disorientamento

per la cancellazione dei diritti umani

Riorganizziamo il nostro stare insieme

Riscopriamo la passione civile

Esercitiamo la sovranità popolare

nelle forme  e nei limiti della Costituzione

Rimettiamo la persona al  centro

del viver sociale,  abbiamo il coraggio

di assumerci le nostre responsabilità.



 

3 febbraio 2024 - 2 febbraio 1993

Noi non vogliamo dimenticare

che il 2 febbraio 1993, furono arrestati alcuni assessori e dipendenti comunali, con l’accusa di concussione, abuso e falso ideologico in atti di ufficio. Alcuni giorni dopo, venne arrestato anche il sindaco. L’8 febbraio, in cinque cittadini, decidiamo di incontrarci per parlare della situazione e studiare che fare. Scriviamo ai nostri concittadini una lettera aperta - sottoscritta da circa 2.000 persone - che portiamo personalmente alle redazioni locali dei quotidiani, allora presenti in città e scopriamo che si sta creando un gruppo, composto da partiti di opposizione, sindacati, associazioni. Aderiamo. Nella sede della C.G.I.L., si costituisce il Comitato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, all’interno del quale ci diamo il nome di Gruppo Liberazione. Nei mesi successivi, il Comitato raccoglierà 12.000 firme. Dopo la conclusione dell’esperienza del Comitato e l’indizione di nuove elezioni, noi cinque e altri decidemmo di dar vita all’associazione denominata Chieti nuova 3 febbraio, perché dal suo nome si comprendesse immediatamente la speranza del giorno dopo.



COMUNICATO

L’ associazione Chieti nuova 3 febbraio, per ricordare il Giorno della Memoria, nell’ambito della XXIV edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria, promossa con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tcnico F. Galiani-R. de Sterlich, Istituto Professionale U. Pomilio, Istituto Industriale L. di Savoia, Liceo Scientifico F. Masci, in collaborazione con le associazioni Unitre – Chieti, “Noi del G. B. Vico”, FIDAPA, (Federazione italiana Donne Arti Professioni Affari) organizza

Giovedì primo febbraio 2024, alle ore 21.00, presso l’auditorium V. Cianfarani la rappresentazione del lavoro teatrale “Segre. Come il fiume, creato e diretto dal regista Antonio Tucci della Compagnia del Teatro del Krak di Ortona, con l’attrice Alberta Cipriani, scena Antonella Spelozzo; light designer Tea Primiterra.

Ingresso: biglietto euro 10.00.

Venerdi 2 febbraio, alle ore 9.00, lo spettacolo sarà replicato per le Scuole

La manifestazione è patrocinata dal Comune di Chieti.

Scheda Teatro del Krak

“Segre. Come il fiume”

Erede della memoria è colui che ascolta, dice Liliana Segre

“Un lavoro teatrale per offrire ai giovani l’opportunità di non dimenticare la tragedia della Shoah, definita dal premio Nobel Elie Wiesel come La più grande tragedia della storia.
Liliana Segre ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. “Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essereebrea”.
Abbiamo ascoltato le testimonianze della signora Segre incontrandoLa  nella sua casa milanese e abbiamo letto i Suoi libri, in particolare La memoria rende liberi, scritto con  Enrico Mentana
- Rizzoli e Fino a quando la mia stella brillerà con Daniela Palumbo - Edizioni Piemme

Il Suo racconto ci ha dimostrato quanto sia importante e anche necessario portare in scena …le vicende della Sua vita”, affinché superiamo l’indifferenza, trasformiamo l’indignazione  in azioni concrete, volte alla riaffermazione dei diritti umani per tutte e per tutti.



Dopo la comunicazione della mia assenza alle iniziative del 9 gennaio 2024, a causa della positività al covid, Marco Fraticelli mi ha chiesto di scrivere un breve messaggio da leggere durante la manifestazione del pomeriggio.

ECCOLO!

Il pomeriggio si preannuncia intenso e coinvolgente, come ogni incontro con Raffaele Fraticelli e la Sua arte.

La Sua narrazione della società teatina

ci fornisce la lezione vivente "di un mondo fatto di pulito, di sguardi sinceri, di strette di mano".

Poeta e narratore civile, voce della comunità  teatina e della Sua identità, ci ha donato e continua a donarci gli anticorpi alla perdita dell'umano, aiutandoci a comprendere il mistero della condizione dell'uomo, le sue grandezze e le sue miserie.

Grazie a Raffaele, grazie a tutta la Sua bella famiglia, grazie a tutti Voi!

Buon lavoro! Il saluto e l'augurio sono il pochissimo che riesco a scrivere.

Maria Rosaria Grazioso

Inviato con WhatsApp



PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI PER IL CENTENARIO DI
RAFFAELE FrATICELLI

 


BUON 2024!

 

OGNUNA/O faccia la propria parte. "Prima che un dovere, partecipare

alla vita e alle scelte della comunità, è un diritto di libertà".

Viva la Costituzione

Viva la Repubblica democratica italiana


Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Palazzo del Quirinale, 31/12/2023 (II mandato)

Care concittadine e cari concittadini,

questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti.

Naturalmente, non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi. Nella nostra Italia, nel mondo.

Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme. E, insieme, nuove opportunità.

Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana.

La violenza.

Anzitutto, la violenza delle guerre. Di quelle in corso; e di quelle evocate e minacciate.

Le devastazioni che vediamo nell’Ucraina, invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla.

L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità.

La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti.

La guerra – ogni guerra – genera odio.

E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti.

La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza.

E si pretende di asservire, di sfruttare. Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia.  Rifiutando il progresso della civiltà umana.

Il rischio, concreto, è di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come - sempre più spesso – accade nelle guerre.

Alla tragica contabilità dei soldati uccisi. Reciprocamente presentata; menandone vanto.

Vite spezzate, famiglie distrutte. Una generazione perduta.

E tutto questo accade vicino a noi. Nel cuore dell’Europa. Sulle rive del Mediterraneo.

Macerie, non solo fisiche. Che pesano sul nostro presente. E graveranno sul futuro delle nuove generazioni.

Di fronte alle quali si presentano oggi, e nel loro possibile avvenire, brutalità che pensavamo, ormai, scomparse; oltre che condannate dalla storia.

La guerra non nasce da sola. Non basterebbe neppure la spinta di tante armi, che ne sono lo strumento di morte. Così diffuse. Sempre più letali. Fonte di enormi guadagni.

Nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva. Dagli atteggiamenti di violenza, di sopraffazione, che si manifestano.

È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità della pace.

(continua nella sezione Rassegna stampa)


 


AFFRONTIAMO il 2024

 

con

Dignità

Consapevolezza

Responsabilità

Coraggio

continuando *“a credere

in ciò che ci rende

donne e uomini liberi”

- come scritto

nella nostra Costituzione -

impegnandoci per riconquistare

quotidianamente

pace-giustizia-uguaglianza solidarietà-democrazia

rispetto per sé e per gli altri

AUGURI!

*dal discorso del Presidente della Repubblica -20-XII-2023


 


PARROCCHIA SAN CAMILLO DE LELLIS

 

CHIETI

“Chiedete pace per Gerusalemme”

Una domanda senza risposta?

conversazione

di PIERO STEFANI

BIBLISTA

Docente di Bibbia e Cultura presso la Facoltà Teologica

dell’Italia Settentrionale di  Milano

 

MARTEDI’ 28 NOVEMBRE 2023

Ore 18.00

Sala della parrocchia

Via S. Camillo de Lellis,1 - Chieti


Il campo di battaglia del patriarcato vacillante

Ci sono due buone notizie nello shock di massa provocato dall’efferato femminicidio n. 106 di Giulia Cecchettin (già diventato il penultimo: l’ultimo, il n. 107, è quello di Rita Talamelli, 66 anni, Fano, strangolata dal marito di settant’anni che poi ha provato a suicidarsi senza riuscirci). La prima buona notizia è la reazione di Elena, la sorella di Giulia, seguita da quella del corpo studentesco di Padova e di tutta Italia. Con la lucidità che solo il dolore riesce talvolta a dare, Elena ha lanciato quattro messaggi lapidari: che il suo non è un lutto privato ma pubblico e politico, che l’assassino della sorella non è un mostro ma un ragazzo mostruosamente normale (“il vostro bravo ragazzo”), che gli uomini tutti devono mettersi una mano sulla coscienza perché questi ragazzi normali li produce una società di uomini che non rispettano e non sanno amare le donne, che l’unico modo per onorare la morte di Giulia non è piangere in silenzio ma parlare e “bruciare tutto”. ,

(continua nella sezione Rassegna stampa) Ida Dominijanni, Internazionale,  23-XI-2023



Giulia e la morte che abita in mezzo a noi

Verità nascoste. La rubrica settimanale a cura di Sarantis Thanopulos

Viviamo la morte di Giulia Cecchettin con la dolorosa consapevolezza che tante giovani ragazze piene di vita hanno vissuto, vivono e vivranno la sua condizione di oppressione, il suo desiderio di aiutare il loro oppressore, sperando di redimerlo e di riscattare il sentimento che gli avevano rivolto. Rischiando di incontrare non solo uno “stalker”, o un uomo violento, ma una mina vagante foriera di morte.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Sarantis Thanopulos, Il Manifesto, 25-XI-2023



«Non ci sarà pace finché i rifugiati non torneranno»

Palestina. Intervista al ricercatore palestinese Salman Abu Sitta, rifugiato a Gaza nel 1948: «Mi nascosi e vidi tutto quello che conoscevo andare distrutto: la scuola che mio padre aveva costruito nel 1920, il mulino, le case date alle fiamme. Fuggimmo a sud. La Striscia è un'invenzione: il distretto di Gaza era la metà della zona sud, 247 villaggi depopolati»

Salman Abu Sitta a Gaza arrivò nel 1948 a piedi, a dieci anni, con la sua famiglia in fuga. Il loro villaggio nel distretto di Bersabea (la futura Beer Sheva), Ma’in Abu Sitta, era stato preso d’assalto da una delle milizie paramilitari sioniste attive sul territorio.

È considerato uno dei più importanti ricercatori palestinesi. Per decenni ha ricostruito le mappe della Palestina pre-1948 e realizzato un piano pratico per il ritorno dei rifugiati in diaspora.

Gaza, prima del 1948, era uno dei luoghi e dei porti più ricchi della Palestina storica. Cosa resta oggi?

Non starò a dare statistiche di uccisi e feriti: bastano i numeri di oggi per chiamarla un’ingiustizia. Io sono una delle vittime perché sono un rifugiato a Gaza. Gran parte della mia famiglia vive ancora lì. Striscia di Gaza è un nome inventato dopo il 1948. Prima c’era il distretto di Gaza, che comprendeva metà della zona sud della Palestina storica, 247 tra cittadine e villaggi che sono stati del tutto depopolati con i massacri del 1948. In quel distretto le milizie sioniste compirono una novantina di massacri tanto che non sono rimasti villaggi in piedi a differenza della Galilea. Chi ci viveva è fuggito verso quella che oggi è chiamata Striscia di Gaza ma che non è che un pezzo del distretto dell’epoca. Oggi Gaza rappresenta appena l’1,3% del territorio. C’è una densità abitativa di 8mila persone per chilometro quadrato. Non puoi far cadere una pietra senza colpire qualcuno. Gli israeliani che oggi vivono nel sud, in quello che era il distretto di Gaza, esclusa Beersheva che era già una città palestinese, sono 150mila, lo stesso numero del più piccolo campo profughi della Striscia. Una densità di cinque persone per chilometro quadrato.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Chiara Cruciati, Il Manifesto, 25-X-2023



Le libertà che credevamo di avere

 

Le libertà Parlare di pace sembra quasi tradimento, chi non crede alla propaganda viene bollato come agente di Putin nel caso dell’Ucraina, complice di Hamas se il tema è la Palestina. Intanto in Israele molti giornali e pezzi sostanziali dell’opinione pubblica criticano ferocemente Netanyahu.

Se centinaia di persone scendono in piazza a Bologna scandendo “Liberté!” come parola d’ordine, cosa dobbiamo pensare? Forse quelle persone rivendicano qualcosa che non hanno. Qualcosa che disperatamente vorrebbero, qualcosa a cui pensavano di avere diritto.

A Bologna, ieri, erano i migranti rinchiusi nei cosiddetti centri di prima accoglienza a gridare “Liberté” ma migliaia di persone hanno manifestato in Francia, negli Stati uniti, in Italia per la libertà di manifestare per la pace e per la Palestina. Sì, per la Palestina, che è cosa diversa da Hamas, come Israele è cosa diversa da Netanyahu.

Una libertà di manifestare che è oggi in pericolo precisamente nei paesi dove il grido Liberté è risuonato per la prima volta, insieme a Egalité e Fraternité (Francia, 1789) e dove il diritto di protestare è stato inserito nella Costituzione (Stati uniti, primo emendamento, 1791).

DA LONDRA a Roma e da Parigi a Washington, la libertà di manifestare pacificamente senza essere caricati dalla polizia e linciati dall’apparato propagandistico dei governi in questi giorni è stata pressoché cancellata. Thomas Jefferson si rivolterà nella tomba, insieme a Voltaire, Diderot, Montesquieu, ma di sicuro né il presidente francese Macron né i suoi pari nelle cancellerie occidentali perderanno il sonno per questo.

La guerra in Ucraina e quella in Israele oggi sono l’equivalente politico dell’esplosione del vulcano Krakatoa nel 1883: rivelano quanto fragile fosse l’idea che la pace, i diritti umani, le libertà fondamentali fossero garantiti a noi e alle generazioni future. Quanto meno nei nostri paesi: che questi privilegi non esistessero a sud del Rio Grande o a est del mar Baltico lo sapevamo già.

Eruzioni come quella avvenuta centoquaranta anni fa ci ricordano che il pianeta può essere inospitale e che noi siamo dei mammiferi tanto arroganti quanto fragili: se fa troppo caldo o troppo freddo non possiamo vivere, se arriva un nuovo virus moriamo come le mosche. Le guerre di questi giorni ci ricordano brutalmente che anche il diritto internazionale, le costituzioni, la semplice umanità sono cose fragili, forse effimere.

Le vicende di Ucraina e Israele mostrano che forze autoritarie e feroci si annidano dentro le nostre società, nutrite dalla propaganda d’odio. Non c’è voluto molto per cancellare ogni dibattito pubblico razionale e sostituirlo con l’appello alla distruzione del nemico, con la caccia alle streghe verso i dissenzienti o i semplici neutrali. L’espulsione dai grandi media e dai luoghi della cultura di intellettuali fino a ieri rispettati covava sotto la cenere da anni, oggi è non solo praticata ma rivendicata.

PARLARE di pace sembra quasi tradimento, chi non crede alla propaganda viene bollato come agente di Putin nel caso dell’Ucraina, complice di Hamas se il tema è la Palestina. Mentre in Israele molti giornali e pezzi sostanziali dell’opinione pubblica criticano ferocemente Netanyahu per la sua incompetenza, faziosità e corruzione, da noi Patrick Zaki viene emarginato per aver detto l’ovvio e cioè che i palestinesi non sono Hamas e che le radici della guerra attuale stanno nell’occupazione di Gaza e Cisgiordania dopo la guerra del ’67.

Le società occidentali sono sempre state meno pacifiche e meno democratiche di quanto volessero far credere ma negli ultimi anni hanno apertamente sposato politiche xenofobe verso i migranti e forme di repressione violenta verso i cittadini scontenti (Macron ha usato più polizia per reprimere i gilet gialli di quanta ne impiegò De Gaulle per dieci milioni di lavoratori in sciopero nel 1968).

I governi si sono sostituiti ai parlamenti (Meloni governa esclusivamente per decreto) e ignorano sistematicamente le protezioni dei diritti garantiti dai trattati e dalle organizzazioni internazionali, come il non-respingimento. La Commissione europea di Ursula von der Leyen è una vergogna, una macchia indelebile nel percorso storico avviato da Altiero Spinelli.

Governi parafascisti sono, o saranno, al potere dalla Polonia all’Ecuador, dall’Ungheria all’Argentina, mentre Trump ha serie possibilità di essere rieletto. Qualcuno ha un buon indirizzo di bed & breakfast su Marte?

Il Manifesto – Fabrizio Tonello, 15.10.2023

 

 


Una giornata a lezione di opposizione

 

– Andrea Fabozzi, 07.10.2023

Politica e sindacato

La lista delle buone ragioni per scendere in piazza il 7 ottobre a Roma, rispondendo all’appello «La via maestra» della Cgil e di un centinaio di associazioni, è molto lunga. Forse persino troppo lunga. Perché quando dopo tanto tempo si chiamano le masse alla mobilitazione, ragione vorrebbe che lo si facesse per ottenere un risultato e non solo per una, per quanto sicuramente bella, manifestazione.

La vastità del programma – la «piattaforma» – dei due cortei di oggi, che per stare solo ai titoli va dal lavoro alla pace, dal welfare all’istruzione, dall’ambiente alle riforme costituzionali e altro ancora, esclude in partenza un obiettivo tangibile.

Eppure, a guardar bene, oggi questa condizione non è un limite, può anzi diventare un punto di forza. Sicuramente è un punto di partenza.

Ogni singolo titolo nella piattaforma che chiama alla piazza richiederebbe una lotta politica approfondita e radicale. Ne citiamo alcuni.

Il lavoro e il welfare: l’Italia è il paese con la peggior dinamica dei salari tra quelli Ocse e tra i grandi paesi dell’Unione europea quello con la percentuale più bassa di Pil investita in sanità. Le condizioni reali di vita, e di morte, tanto nei posti di lavoro, precari, quanto negli ospedali, precari anch’essi, sono sotto gli occhi di tutti. Le risposte del governo? Una truffa, il carrello «tricolore» contro il carovita, e un inganno: «L’attenzione alla sanità non si misura dagli investimenti».

Di scuola questo governo non vuole sentir parlare, se non in occasione dei fervorini nostalgici del duo Valditara-Sangiuliano, e se provano a parlarne gli studenti sono botte. Quanto all’ambiente, in fatto di negazionismo climatico a palazzo Chigi e dintorni non sono secondi a nessuno. Mentre per riforme costituzionali intendono la frammentazione egoistica dell’autonomia differenziata in coppia con la centralizzazione verticistica del premierato «all’italiana».

Riuscirà la manifestazione di oggi a far segnare almeno un’inversione di rotta? Non è semplice, sarà bene non dimenticare che dare una prospettiva di successo alle lotte resta la condizione essenziale per tenerle vive. Soprattutto nel nostro paese, dove in passato manifestazioni immense non hanno ottenuto il risultato per il quale erano state convocate e questo ha segnato il tramonto delle grandi battaglie sindacali.

Quella di oggi può essere, al contrario, un’alba. Intanto perché il sindacato non è solo, ma accompagnato da tantissime associazioni, cattoliche e laiche, civiche e politiche, moderate e radicali. Alla vastità del programma corrisponde dunque un fronte altrettanto vasto e questo può significare una sola cosa: che non ci sono piccole correzioni di rotta da fare, ma c’è bisogno di cambiare in profondità il paese.

C’è anche la forza, politica e sociale, che può provare a farlo? Ne vedremo oggi una parte importante in piazza San Giovanni e per le strade di Roma. Dove assisteremo anche a una riconnessione, quantomeno sentimentale, tra la Cgil e le rappresentanze politiche di sinistra e centrosinistra, nonché 5 Stelle malgrado gli «altri impegni» di Conte.

E' un fatto importante, anche se la rete che si stende oggi attorno alla Cgil non comprende gli altri grandi sindacati e dunque lascia solo Landini di fronte alla necessità dello sciopero generale.

Nelle piazze si può ricomporre la maggioranza del paese che un anno fa non ha votato per la destra, premiata solo dalla legge elettorale e dalle divisioni dell’altro campo. È nelle piazze che bisogna andare per recuperare quella radicalità e nettezza di proposte necessaria per mettersi in sintonia con le diffcoltà dei ceti popolari. E così cominciare a far paura sul serio a un governo che fin qui ha messo in fila errori e ingiustizie ma che ha potuto contare – quasi unico – su una sostanziale pace sociale.

La piazza, la via, è maestra anche per questo.



La via maestra. Insieme per la Costituzione

 

in difesa della Costituzione

e contro l’autonomia differenziata

Lavoro-Salute-Istruzione-Giustizia sociale-Ambiente-Pace

Da Nord a Sud siano ugualmente garantiti dallo Stato

SABATO 7 OTTOBRE

manifestazione nazionale a Roma

promossa dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, dalla CGIL e da oltre cento associazioni. L’organizzazione è stata affidata alla CGIL

Partenza TRENO SPECIALE RISERVATO

da Chieti Scalo ore 9.37, Stazione Ferroviaria Piazzale Marconi

Orario previsto per il ritorno ore 18.47 da Roma Termini

-prenotazioni entro Lunedì 2 ottobre

Daniela Primiterra 370 Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Maurizio Di Martino 3314289766 - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

In preparazione della manifestazione di Roma, si promuovono, a Chieti, le seguenti iniziative:

1) incontro sull'autonomia differenziata con l'intervento del prof. Gianfranco Viesti- Università di Bari, GIOVEDÌ 28 SETTEMBRE, ore 17.30, Camera di Commercio, piazza Vico, a cura della CGIL Chieti

2) distribuzione della Costituzione per le vie della città a cura del Comitato di Chieti "Salviamo la Costituzione: Aggiornarla - Applicarla – non Demolirla", iscritto al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale.

Info sulla manifestazione: www.collettiva.it



Dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

La Via Maestra: 7 ottobre tutti in piazza a Roma

Cgil e oltre 100 associazioni lanciano la mobilitazione nazionale per l'attuazione della Costituzione. Per aderire: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l'attuazione della Costituzione, contro l'autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare. È "La Via Maestra. Insieme per la Costituzione", la mobilitazione lanciata da più di 100 associazioni e reti, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, tra cui anche la Cgil, per sabato 7 ottobre nella capitale.

In preparazione della manifestazione, sono già in programma assemblee in tutti i posti di lavoro e nei territori per una consultazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle donne e dei giovani, affinché siano protagonisti di una battaglia comune per unire e cambiare il Paese, dando vita a un nuovo modello di sviluppo.

Lavoro stabile, libero, di qualità

La mobilitazione rivendica il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità, fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali. Per i firmatari occorre contrastare la precarietà dilagante, il lavoro povero e sfruttato, nel contempo aumentare i salari (rinnovando i contratti) e le pensioni, oltre a superare la legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.

Il diritto alla salute

Essenziale è assicurare il diritto alla salute e un servizio sanitario nazionale e un sistema socio-sanitario che sia pubblico, solidale e universale, cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica.

Tra le richieste delle associazioni, la necessità di recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e di valorizzare il lavoro di cura. Occorre poi investire sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turn-over, superi la precarietà e valorizzi le professionalità, sostenendo le persone non autosufficienti, tutelando la salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.

Istruzione, ambiente, pace

Ancora, si legge nell'appello, le organizzazioni della società civile scendono in piazza per il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e per l'intero arco della vita. Il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale sono un altro punto centrale, insieme al diritto all’abitare e a un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in un'altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza, lasciando tante persone senza alcun sostegno

Nell'appello La Via Maestra, spazio anche al diritto a un ambiente sano e sicuro, in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal Pnrr le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e la valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.

E ancora: una politica di pace intesa come ripudio della guerra, con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.

Redistribuzione delle risorse

Questi diritti, prosegue il testo, si garantiscono solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più, per garantire a tutti un sistema di welfare pubblico e universalistico, che protegga e liberi dai bisogni. A cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività, che sono oggi negati tanto da interventi regressivi, come ad esempio la flat tax, quanto da un'evasione fiscale sempre più insostenibile.

Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’articolo 9 della nostra Costituzione.

I pericoli dell'autonomia differenziata

Oggi però il modello sociale fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza e partecipazione viene messo in discussione dal governo. Le note più preoccupanti riguardano l’autonomia differenziata, rilanciata con il ddl Calderoli, che "porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori".

Inoltre, il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.

La centralità del Parlamento

Per contrastare la deriva in corso - conclude l'appello - e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che, a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno, rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando, Appuntamento quindi sabato 7 ottobre in piazza a Roma.

Per le adesioni: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.



Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Assemblea Generale di Confindustria

Roma, 15/09/2023 (II mandato)

Rivolgo un saluto di grande cordialità ai Presidenti del Senato, della Camera dei Deputati, del Consiglio dei Ministri, al Presidente e all’intero mondo di Confindustria, a tutti i presenti.

Ringrazio anch’io la Banda dei Vigili del Fuoco per la bella esecuzione dell’Inno nazionale.

E vorrei rivolgere i complimenti agli autori del filmato così coinvolgente.

Se vi è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Si ricomincia con l’alternanza scuola-caserma
Crescita dei giovani cittadini, del cluster marittimo, della cultura del mare, dello sport, della sicurezza marittima, della tutela dell’ambiente, della biodiversità e della salvaguardia del patrimonio marino. Sono gli obiettivi di «carattere educativo e formativo» del protocollo d’intesa firmato il 7 agosto dal Ministero dell’Istruzione e del merito e dallo Stato Maggiore della Marina Militare.
«La Marina si impegna ad offrire agli studenti opportunità formative di alto e qualificato profilo, per l’acquisizione di competenze trasversali e titoli di studio spendibili nel mercato del lavoro in continua evoluzione», riporta il protocollo. «La Marina si impegna inoltre a promuovere la formazione del personale docente e amministrativo, favorendo forme di partenariato con enti pubblici e imprese, anche con l’apporto di esperti esterni per l’acquisizione di competenze specialistiche».
La Scuola diventa laboratorio sperimentale dei dirompenti e dilaganti processi di militarizzazione, privatizzazione e precarizzazione della società, dell’economia e della ricerca. La cultura della guerra globale e permanente che pervade le coscienze individuali e collettive, le inter-relazioni didattiche, la pedagogia, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Antonio Mazzeo, Il Manifesto, 16- IX- 2023


 


Portano a Parigi le “impronte” di quel missile

 

Andrea Purgatori. Ripubblichiamo l’articolo scritto dal giornalista scomparso il 19 luglio per Le Monde Diplomatique, nel numero di luglio-agosto 2014.

Sono le 20,08 del 27 giugno 1980 quando il DC9 della compagnia Itavia (1) decolla da Bologna con 113 minuti di ritardo. A bordo, i quattro membri dell’equipaggio e settantasette passeggeri, fra i quali tredici bambini.

Dopo aver superato gli Appennini, il DC9 percorre l’aerovia Ambra 13 che, sorvolando il Tirreno, porta a Palermo, destinazione finale. La visibilità è perfetta e le comunicazioni sono quelle di routine. Ma alle 20,59, secondo le registrazioni, il comandante si rivolge improvvisamente al secondo pilota. Una mezza parola soltanto: «Gua…» Forse «Guarda!». Nessuno sa che cosa volesse dire. La voce si interrompe bruscamente; il segnale radar scompare sopra la piccola isola di Ustica, a sessanta chilometri dalla costa siciliana.

Il DC9 si spezza in tre e si inabissa in mare, a 3.700 metri di profondità. Comincia allora una partita a poker le cui carte sono truccate dai governi, dalle autorità militari e dai servizi segreti di quattro paesi (Italia, Francia, Stati uniti e Libia).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Manifesto, 3-IX-2023

 

 


Lettera di Romano Luperini

 

da un post della professoressa Liliana Covre:

“Ho giurato sulla Costituzione, quando fui assunta, e ai valori costituzionali mi sono sempre attenuta. Sono passata "indenne" fra governi e ministri di vario tipo, ma lo scopo del mio lavoro mi è stato sempre chiaro: contribuire alla crescita di cittadini consapevoli.

Condividendo pienamente il contenuto, suggerisco la lettura del messaggio di Romano Luperini.”

"Cari insegnanti,

mi rivolgo a voi in un momento difficile per la società italiana e per la scuola. È in corso un tentativo di imporre contenuti assurdi e impropri (Dante come fondatore della cultura di destra nel nostro paese), di subordinare sempre più la scuola alle leggi del mercato e ai bisogni della economia e anche di dividere gli insegnanti attraverso gabbie salariali che porterebbero a un conflitto fra docenti meridionali e settentrionali. Divide et impera. Si sta assistendo insomma a un vero a proprio attacco alla scuola pubblica e alla sua funzione formativa.

Cari insegnanti, la Costituzione vi chiede di formare dei cittadini, non dei consumatori o dei produttori. Voi entrate ogni giorno in aula per insegnare la letteratura e insieme la democrazia. Dovete preparare i giovani a leggere e a commentare un testo letterario; e ciò comporta anzitutto studiarlo oggettivamente nella sua autonomia rispetto al lettore, considerarlo nelle sue componenti storicoculturali e letterarie, linguistiche e stilistiche; ma poi dovete anche sollecitarne la interpretazione, che comporta invece la partecipazione del lettore, chiamato a esprimere il significato per noi di un testo. Non solo e non tanto il significato per me, ma potenzialmente un significato per la intera comunità dei lettori. Lo studio della letteratura insomma è anche educazione civile, insegnamento di democrazia: a tutti è data la possibilità di parlare liberamente e di interpretare un testo, ma prima ognuno deve sapere ciò di cui si parla, conoscere l’argomento su cui prende la parola. La classe come “comunità ermeneutica” presuppone questa partecipazione collettiva interpretante e questa scuola democratica.

Per annullare o ridurre questa funzione democratica sempre più si tende a trasformarvi in tecnici dell’insegnamento, in impiegati che hanno smarrito o devono comunque smarrire la funzione intellettuale di interpreti di testi e di mediatori culturali. È un vero e proprio declassamento non solo del vostro ruolo, ma della cultura e della stessa letteratura.

Cari insegnanti, ho dedicato la mia vita in gran parte alla scuola. E se mi rivolgo a voi, è anche per un impegno con voi condiviso e durato alcuni decenni e in nome di questa lunga lotta comune. Esistono ancora degli spazi di libertà, sempre più marginali, è vero, ma esistono. Cerchiamo di riempirli di contenuti di senso. Facciamo in modo che ogni lettura in classe di un testo letterario divenga una occasione per restare fedeli al compito che la Costituzione repubblicana ci assegna."

Romano Luperini


 


La nuova riforma scolastica sarà la fine della scuola italiana

 

I valori attribuiti all'istruzione dalla Costituzione saranno stravolti dalla nuova riforma scolastica proposta da Draghi e portata avanti da Meloni, che metterà la scuola a servizio del lavoro e non più della formazione dell'individuo.

Tra meno di un mese prenderà avvio il nuovo anno scolastico. Ma la situazione che insegnanti, studenti e famiglie si ritroveranno a vivere sarà molto diversa da quella degli anni precedenti. Nel silenzio pressoché totale di istituzioni, sindacati e organi di informazione sta infatti per entrare in vigore l’ennesima, distruttiva riforma della Scuola italiana, con un impatto superiore persino alla “Buona Scuola” di Renzi. Pianificata dal governo Draghi su mandato europeo e implementata in perfetta continuità dal Governo Meloni, fa parte a tutti gli effetti del PNRR, il piano straordinario di investimento dell’UE finalizzato a ridare fiato agli Stati membri provati dalla Pandemia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Bonsanto*, Micromega, 23- VIII- 2023


 


Breve  cronistoria sullo smantellamento della Scuola pubblica europea dagli anni Ottanta

 

5 e 9 dicembre 2002 “Due giorni sulla Scuola”: incontri promossi da Chieti nuova 3 febbraio nella sala della Biblioteca Provinciale

“A. C. De Meis”

- 5 dicembre 2002: Intervento del professor Giorgio Bellelli “Dalla Scuola del Sapere alla scuola del mercato”, “Fonte: Tableau noir, appello alla resistenza contro la privatizzazione dell’insegnamento” di Gerard De Sélys, in cui l’Autore ricostruisce tutte le tappe di un processo, avviato da autorevoli e potenti tecnocrati ed industriali, per progettare un futuro (che oggi si è puntualmente realizzato in gran parte) in cui la scuola sarebbe diventata il grande affare del XXI secolo ”… La successione di studi, rapporti e risoluzioni che chiedono lo smantellamento di gran parte del sistema didattico pubblico si articola dal gennaio 1983.”

- Nel 1989, l’European Round Table of Industrialists (ERT), organismo costituito dai 47 maggiori manager industriali europei, pubblica “Istruzione e competenza in Europa”, in cui si sostiene che l’istruzione e la formazione sono investimenti strategici per la competitività europea e per le imprese, ma gli insegnanti «hanno una comprensione insufficiente degli affari e del profitto, e non capiscono i bisogni dell’industria…Industrie e istituti scolastici e universitari dovrebbero lavorare «congiuntamente per lo sviluppo di programmi di insegnamento», in particolare con il ricorso al «teleapprendimento», al «teleinsegnamento» e alla messa a punto di «Software didattici» (per l'apprendimento attraverso il computer)
»…

Il 7 marzo 1990, la Commissione europea adotta il documento di lavoro su L'istruzione e la formazione a distanza . “L'insegnamento a distanza (...), vi si legge, è particolarmente utile (...)  per assicurare un insegnamento e una formazione redditizi (...). Un insegnamento di elevata qualità può essere così concepito e prodotto in una sede centrale, per essere quindi diffuso ai livelli locali, con la possibilità di fruire di economie di scala...


Nel maggio 1991, un ulteriore passo è compiuto dalla Commissione un anno dopo, “Un’università aperta è un’impresa  industriale, e l’insegnamento superiore a distanza è una nuova industria. Quest'impresa deve vendere i suoi prodotti sul mercato dell'insegnamento permanente, govemato dalle leggi della domanda e dell'offerta”…

Nel 1994, a Bruxelles, in occasione di una riunione straordinaria del G7 dedicata ala società dell’informazione, gli industriali dell’Ert battono sullo stesso chiodo con un nuovo rapporto: “La responsabilità della formazione deve, in definitiva, essere assunta dall’industria (...) Sembra che nel mondo della scuola non si percepisca chiaramente quale sia il profilo dei collaboratori di cui l’industria ha bisogno. (...) L’istruzione deve essere considerata come un servizio reso (...) al mondo economico. (...) I governi nazionali dovrebbero vedere l’istruzione come un processo esteso dalla culla fino alla tomba (...). Istruzione significa apprendere, non ricevere un insegnamento (...) Non abbiamo tempo da perdere”…


 


La Resistenza di Roma e il mito dell’eterno complotto di Togliatti

 

I comunisti furono la principale forza politico-militare. Senza di loro non sarebbe esistita la Lotta di Liberazione. A proposito di una «velina anonima» che mostrerebbe «l’inganno» degli affiliati al Pci

Roma e la sua Resistenza rappresentano un patrimonio storico del Paese da cui l’autobiografia della Repubblica non può prescindere. Tuttavia l’ottantesimo anniversario dell’8 settembre 1943 e dell’inizio della Lotta di Liberazione, che nella Capitale ebbe avvio con la battaglia simbolo di Porta San Paolo, si è aperto con la pubblicazione, sul Corriere della Sera, di un foglio anonimo (una «velina» in gergo poliziesco) non firmato e senza alcuna intestazione, che accusa Palmiro Togliatti di aver complottato «moltiplicando» il numero di partigiani comunisti che presero parte alla Resistenza di Roma.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Davide Conti, Il Manifesto, 26-VIII-2023

 


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla giornata conclusiva della 44° edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli – “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” – www.quirinale.it

Rimini, 25/08/2023 (II mandato)

Rivolto un saluto di grande cordialità a tutti i presenti e ringrazio il Presidente Scholz per le sue considerazioni e per le parole che ha avuto, così cortesi.

Permettetemi di riprendere le fila di un discorso avviato con la vostra comunità sette anni or sono, nel 2016, qui a Rimini.

Nel frattempo, molti di quei giovani sono passati all’età adulta; tanti sono in cammino; mentre nuove generazioni si affacciano nella continuità di una speranza, di un impegno.

Ricorrevano, allora, - come ha ricordato il Presidente Scholz - i settant’anni della Repubblica; e mi appare significativo che questo nuovo dialogo diretto avvenga in occasione dei settantacinque anni della nostra Costituzione.

Il titolo – coraggioso - di quel Meeting, affermava: “tu sei un bene per me”; sottolineando il valore dell’incontro.

Senza che fosse progettato, nell’anno del Covid - era il 2021 - ho avuto modo di rivolgermi alla platea dei partecipanti, da remoto, quando a tema era posto “il coraggio di dire io”.

Mi sembra, quasi, un completamento di riflessione svolgere qualche considerazione, qui, quest’anno, sull’amicizia, carattere dell’esistenza umana.

Ringrazio, per questa opportunità, gli organizzatori del Meeting; e rivolgo un saluto e un augurio, calorosi, ai giovani che hanno animato gli incontri di questa settimana; e che torneranno da Rimini con più conoscenze e maggiori motivazioni; ai volontari che, con il loro servizio e la loro passione, hanno consentito che si realizzasse un programma di eventi così ricco; contributo, impegnativo, al pensiero contemporaneo.

Vorrei che ci interrogassimo.

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Mattarella: 'Trent'anni fa il piano eversivo della mafia fu sconfitto'

 

“Nel 1993 gli attentati a Milano e Roma. Tentarono di minacciare e piegare lo Stato democratico” ROMA, 27 luglio 2023 - Redazione ANSA

"Ricorrono trent'anni da quella notte, tra il 27 e il 28 luglio del 1993, in cui la mafia effettuò gli attentati in via Palestro a Milano e davanti alle Basiliche romane di San Giovanni in Laterano e di San Giorgio al Velabro.

… A Milano fu una strage. Persero la vita i Vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'Agente di Polizia municipale Alessandro Ferrari, il cittadino del Marocco Moussafir Driss. Tanti i feriti sia nel Capoluogo lombardo sia a Roma. Alle vittime innocenti dello stragismo mafioso va il deferente pensiero della Repubblica, mentre rivolgo ai loro familiari sentimenti di intensa solidarietà e vicinanza". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

"Quelle bombe - prosegue il Capo dello Stato - erano parte di una strategia terroristica che ha avuto il culmine negli agguati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che è proseguita fino a colpire siti artistici prestigiosi, simboli della bellezza e della storia del Paese, luoghi di significativa identità religiosa.

Si è trattato di una sfida alla nostra convivenza civile, di un tentativo di minacciare e piegare lo Stato democratico, costringerlo ad allentare l'azione di contrasto al crimine e il rigore delle sanzioni penali. Fu un piano eversivo che è stato sconfitto. Parlamento, Governo, Magistratura e Forze dell'ordine fecero sì che i capi mafiosi fossero assicurati alla giustizia e gli autori degli attentati in via Palestro, in San Giovanni in Laterano, in San Giorgio al Velabro, condannati. La logica criminale è stata respinta anzitutto dalla civiltà e dalla dignità di un popolo che non ha rinunciato alla propria libertà, che ha saputo esprimere una cultura e una coscienza collettive inconciliabili con la pretesa di sopraffazione e con la disumana violenza insita nelle organizzazioni mafiose. Milano, come Roma, come Palermo, sono state alla testa della reazione sociale e civile.

Una lezione che conferma come libertà e democrazia vadano continuamente difese, giorno dopo giorno, dalle varie forme di illegalità, dalle incursioni criminali che toccano anche campi inediti, dai tentativi di sconvolgere la libertà della vita della società e dell'economia. L'esperienza ha dimostrato che sconfiggere le mafie è possibile".

 


“Solidarietà e vicinanza a don Luigi Ciotti dopo gli insulti del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini”- ANPI

 

26 Luglio 2023

“Esprimiamo solidarietà e vicinanza a don Luigi Ciotti dopo gli insulti che gli ha rivolto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Estrapolare una frase dal contesto generale nel quale è stata pronunciata può, in talune circostanze, deviare il significato delle cose, fino a legarle a logiche e usi impropri. Dopo aver ricostruito le circostanze per le quali il ministro Salvini ha duramente attaccato il presidente di Libera appellandolo come un “signore in tonaca” che mette insieme “cosche e coste” offendendo milioni di cittadini calabresi e siciliani esprimiamo la nostra piena solidarietà e il ringraziamento a don Luigi Ciotti per l’impegno instancabile che profonde nella lotta alle mafie e per l’affermazione della legalità.
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, prima di scagliarsi contro una persona a cui il Paese deve molto, avrebbe fatto bene a informarsi meglio sulle circostanze e il contesto in cui don Luigi ha pronunciato la frase che gli viene contestata. Ad essere ignoranti, volgari e superficiali sono le parole di un ministro della Repubblica che ignorando il disastro delle mobilità nel Mezzogiorno, a partire dai ritardi drammatici della rete ferroviaria in Sicilia e Calabria, oltre all’emergenza climatica che devasta il Paese, rilancia con superficialità il progetto di un fantasmagorico e costosissimo Ponte sullo Stretto, usando toni volgari nei confronti di chi spende la sua vita contro le mafie, molto più concretamente di quanto abbia mai fatto Salvini nella sua carriera politica”.

È quanto affermano in una nota congiunta ANPI, Arci, Acli, Greenpeace, Legambiente e WWF in merito alle affermazioni riportate oggi dalla stampa del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nei confronti del fondatore e presidente di Libera, don Luigi Ciotti.



Operazione intimidatoria dei neofascisti contro i magistrati, Pagliarulo: "Una vicenda gravissima, il movimento democratico stia all'erta"

22 Luglio 2023

"Dall'ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del Tribunale di Caltanissetta nei confronti di alcuni personaggi della galassia fascista, si desume un progetto di Osservatorio sulla magistratura dedito in realtà al dossieraggio e all'intimidazione. Fra i coinvolti, Adriano Tilgher, noto personaggio dell'eversione nera. La vicenda è gravissima perché rivela un rinnovato attivismo di quella "zona nera" che dal dopoguerra non ha mai cessato di ordire complotti e attentati contro la Repubblica democratica. Complimenti perciò alla magistratura.

È bene che il movimento democratico stia sempre all'erta contro ogni rinnovato tentativo di provocazione eversiva".

Gianfranco Pagliarulo - Presidente nazionale ANPI



Servizio sanitario nazionale sempre più a pagamento

Salute. L’indagine di Cittadinanzattiva e del Sole-24 Ore: in Campania l’intramoenia surclassa il servizio pubblico

Più si scende a sud e più la sanità appare iniqua, oltre che inefficiente. Questo il quadro che emerge dall’indagine «Urgenza sanità» realizzata dall’associazione Cittadinanzattiva in collaborazione con il Sole-24 Ore monitorando i tempi di attesa e la disponibilità di visite specialistiche nel settore pubblico e in regime di «intra-moenia», cioè a pagamento a favore di medici del servizio sanitario nazionale che agiscono da liberi professionisti.

Il doppio canale – introdotto dalla riforma Bindi del 1999 – è una delle criticità storiche di un servizio sanitario che sulla carta dovrebbe garantire pari condizioni a tutti gli utenti. Il problema dell’accesso a visite e esami si è acuito ulteriormente con la pandemia, che ha rallentato tutte le attività ambulatoriali. Dopo il Covid-19, il governo ha redatto un piano nazionale di recupero delle liste di attesa, in cui viene ribadito che il numero di visite in regime libera professione non può superare quello svolto nel pubblico.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Capocci, Il Manifesto, 27-VI-2023

 


19 luglio 1992

Alle 16.58, una Fiat 126 imbottita di tritolo, parcheggiata sotto l’abitazione della madre di Paolo Borsellino, a Palermo, in via D’Amelio, esplode uccidendo il magistrato e cinque agenti della Sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Unico sopravvissuto l’agente Antonino Vullo, scampato alla strage perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.

*"La verità sulla strage di via D'Amelio, a 31 anni di distanza, è ancora tutta da scrivere. E questo, in un Paese democratico, è intollerabile". "Mi ucciderà materialmente la mafia, ma saranno altri che mi faranno uccidere. La mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno", come Paolo Borsellino confidò alla moglie Agnese.

19 luglio 2023

Noi cittadini continuiamo a chiedere Verità e Giustizia, rendendo viva la eredità Sua e di Giovanni Falcone.

Ripercorriamone il cammino, il lavoro, la storia di uomini, - non di eroi-, che hanno vissuto gli Ideali al costo della loro stessa vita.

Viviamo ogni giorno, adempiendo al nostro dovere di cittadini, rispettando la Costituzione e i Principi che La ispirano, testimoniando con le nostre azioni i Valori in cui crediamo.

Letture da

*Vito Marcello Saladino, presidente della sezione penale del Tribunale di Marsala, nel corso della cerimonia di commemorazione di oggi;

AGI; Antonio Pizzo – ANSA, MARSALA; Collettiva, articolo “Borsellino, il dovere di rischiare per gli altri” di Ilaria Romeo; “Il Patto” di Nicola Biondo, Sigfrido Ranucci; “Paolo Borsellino- Silenzi e Voci”, a cura dell’Associazione Nazionale Magistrati, Sezione distrettuale di Palermo, 2002.



Fernando Asaro, procuratore di Marsala

"Tutti noi, da cittadini, oltre che da magistrati, abbiamo il dovere di onorare l'eredità di Paolo Borsellino, oggi più che mai. E credo che essere qui, in questo momento, è un rinnovare la memoria e i valori che ogni giorno dobbiamo portare avanti sulla base di questa eredità” da Antonio Pizzo (ANSA) - MARSALA, 19 LUG - 2023




5 giugno 2023, ore 9,30 -  aula magna dell’Istituto Tecnico “F. Galiani – R. de Sterlich”. A cura della Sez. Abruzzese dell’A.N.M. e dell’associaz. Chieti nuova 3 febbraio

XXX Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia, “La donna e la sua condizione nella Costituzione e nella società. Prevenzione e contrasto alla violenza di genere”- incontro conclusivo La parola agli studenti con presentazione degli elaborati realizzati dagli alunni e premiazione di ogni Scuola. Inoltre, la Scuola Media Antonelli ha proiettato, alla fine dell’incontro, una filastrocca dedicata alla Costituzione, che è stata letta dagli studenti, nella propria Scuola, durante la manifestazione per il 2 giugno 2023.

La consapevolezza della urgenza di un cambiamento culturale che porti a rispettare l’uguaglianza e la libertà di donne e uomini e il riconoscimento del ruolo della Scuola come educatrice di libertà hanno caratterizzato gli interventi incisivi e stimolanti dei giovani di tutte le Scuole presenti.

Hanno partecipato al Corso le/ i docenti Simona Azzariti, Eurosia Di Benedetto - S. M. V. Antonelli-Chieti; Dario Angelucci, Massimo Bascelli, Lorena Di Renzo, Anna Lomartire - S.M. F. Vicentini-Chieti; Irma  Cimini Tirabassi, Enrica Della Pelle, Mara Maurizio, Isabella Tonucci-S.M. Fara Filiorum Petri con sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano; Carmen Bussola, Carmen Mattioli, Monica Quattromani-Scuola Media M. Buonarroti-Ripa T.-Torrevecchia T.; Claudia Barisani, Rosella Bosi, Donatella Di Bartolomeo, Carmelina Franchetta, Teresa Paganetti- S.M. G. Galilei-San Giovanni T.

Si ringraziano le studentesse e gli studenti, le presidi Maria Assunta Michelangeli, Giovanna Santini,  Simona Di Salvatore, Elvira Pagliuca; Emanuela Salvischiani; Francesca Di Tecco

Si riporta la parte finale della  poesia “A Te, donna” scritta

dalle alunne e dagli alunni della III A e della III B della Scuola Media di Torrevecchia Teatina:

…A Te, donna

Che di lividi ne hai avuti tanti,

auguriamo di fare sempre passi avanti.

Non  più violenze, non più prevaricazioni,

non più pregiudizi né discriminazioni:

hai diritto a una vita senza umiliazioni!

Io, uomo.

…Che ho fatto della violenza uno strumento

che per controllarti ti ho dato tormento;

che per paura ho sempre tentato di annullare

la Tua persona; che ti ho impedito di parlare,

di scegliere, di studiare…di osservare il mare…

Ora rifletto e imparo da questo triste passato,

sebbene anche il presente lasci senza fiato…

Non posso far più finta che tutto questo non sia stato.

Il mondo era ed è ancora “malato”,

solo con l’Uguaglianza può essere curato!

Mi impegnerò perciò a starti ACCANTO

Se Ti darò la mano sarà per aiutarti,

se mi avvicinerò sarà per abbracciarti,

quando ti parlerò sarà per apprezzarti…

E così anche per Te sarà luce dopo tanta oscurità:

siamo entrambi parte di un’unica grande famiglia, l’Umanità!



Articolo di Vito Mancuso, teologo, su La Stampa:

La parabola dell'ateo devoto che credeva solo nel suo Io

Insegna l'antico proverbio: "De mortuis nihil nisi bonum", vale a dire: "Di chi è appena morto, o si tace o si parla bene". Di Silvio Berlusconi io non avrei scritto nulla, non avendo per parte mia molto di buono da riconoscergli, laddove "buono" lo intendo nel senso radicale del termine che rimanda al Bene in quanto sommo valore che coincide con la Giustizia e la Verità (concetti che scrivo al maiuscolo per indicare la loro superiorità rispetto al mero interesse privato). Se però, ciononostante, ne scrivo, è per cercare di mettere a fuoco la frase del cantautore Gian Piero Alloisio, talora attribuita a Giorgio Gaber (cito a memoria): «Non temo Berlusconi in sé, ma il Berlusconi che è in me». Non parlerò quindi di Berlusconi in sé, bensì del Berlusconi in noi, convinto come sono che quanto dichiarato da Benigni valga per milioni di italiani, forse per tutti noi, che portiamo al nostro interno, qualcuno con gioia, qualcun altro con fastidio o addirittura con vergogna, quella infezione che è, a mio avviso, il "berlusconismo".

Cosa infetta precisamente il berlusconismo? Risponderò presto, prima però voglio ricordare questa frase di Hegel: «La filosofia è il proprio tempo colto nei pensieri». Io penso che quello che vale per la filosofia, valga, a maggior ragione, per l'economia e la politica: il loro successo dipende strettamente dalla capacità di saper cogliere e soddisfare il desiderio del proprio tempo. Berlusconi è stato molto abile in questo. Con le sue antenne personali (al lavoro ben prima che installasse a Cologno Monzese le antenne delle sue tv) egli seppe cogliere il desiderio profondo del nostro tempo, ne riconobbe l'anima leggera e se ne mise alla caccia esercitando tutte le arti della sua sorridente e persistente seduzione. Si trasformò in questo modo in una specie di sommo sacerdote della nuova religione che ormai da tempo aveva preso il posto dell'antica, essendo la religione del nostro tempo non più liturgia di Dio ma culto ossessivo e ossessionante dell'Io. Il berlusconismo rappresenta nel modo più splendido e seducente lo spodestamento dell'antica religione di Dio e la sua sostituzione con la religione dell'Io. E il nostro tempo se ne sentì interpretato in sommo grado, assegnando al fondatore i più grandi onori e costituendolo tra gli uomini più ricchi e più potenti non solo d'Italia.

Ho parlato del berlusconismo come di un'infezione, ma cosa infetta precisamente? Non è difficile rispondere: la coscienza morale. Il berlusconismo rappresenta la fine plateale del primato dell'etica e il trionfo del primato del successo. Successo attestato mediante la certificazione dell'applauso e del conseguente inarrestabile guadagno.

Vedete, Dio, prima, lo si poteva intendere in vari modi: nel senso classico del cattolicesimo e delle altre religioni, nel senso socialista e comunista della società futura senza classi e finalmente giusta, nel senso liberale e repubblicano di uno stato etico quale per esempio lo stato prussiano celebrato da Hegel, nel senso della retta e incorruttibile coscienza individuale della filosofia morale di Kant, e in altri modi ancora, tutti comunque accomunati dalla convinzione che esistesse qualcosa di più importante dell'Io, di fronte a cui l'Io si dovesse fermare e mettere al servizio. Fin dai primordi dell'umanità il concetto di Dio rappresentò esattamente l'emozione vitale secondo cui esiste qualcosa di più importante del mio Io, del mio potere, del mio piacere (a prescindere se questo "qualcosa" sia il Dio unico, o gli Dei, o l'Urbe, la Polis, lo Stato, la Scienza, l'Arte o altro ancora).

Ecco, il trionfo del berlusconismo rappresenta la sconfitta di questa tensione spirituale e morale. In quanto religione dell'Io, esso proclama esattamente il contrario: non c'è nulla di più importante di Me. Non è certo un caso che il partito-azienda del berlusconismo non ha mai avuto un successore, e ora, morto il fondatore, è probabile che non faccia una bella fine.

Naturalmente questa religione dell'Io suppone quale condizione imprescindibile ciò che consente all'Io di affermare il suo primato di fronte al mondo, vale a dire il denaro. Il denaro era per il berlusconismo ciò che la Bibbia è per il cristianesimo, il Corano per l'islam, la Torah per l'ebraismo: il vero e proprio libro sacro, l'unico Verbo su cui giurare e in cui credere. Il berlusconismo è stato una religione neopagana secondo cui tutto si compra, perché tutto è in vendita: aziende, ville, politici, magistrati, uomini, donne, calciatori, cardinali, corpi, parole, anime.

Tutti hanno un prezzo, e bastano fiuto e denaro per pagare e ottenere i migliori per sé. Chi (secondo la dottrina del berlusconismo) non desidera essere comprato?

Il berlusconismo ha rappresentato un tale abbassamento del livello di indignazione etica della nostra nazione da coincidere con la morte stessa dell'etica nelle coscienze degli italiani. La quale infatti ai nostri giorni è in coma, soprattutto nei palazzi del potere politico. Ma cosa significa la morte dell'etica? Significa lo spadroneggiare della volgarità, termine da intendersi non tanto come uso di linguaggio sconveniente, quanto nel senso etimologico che rimanda a volgo, plebe, plebaglia, ovvero al populismo in quanto procedimento che misura tutto in base agli applausi, in quanto applausometro permanente che trasforma i cittadini da esseri pensanti in spettatori che battono le mani. Ovvero: non è giusto ciò che è giusto, ma quanto riceve più applausi. Ecco la morte dell'etica, ecco il trionfo di ciò che politicamente si chiama populismo e che rappresenta la degenerazione della democrazia in oclocrazia (in greco antico "demos" significa popolo, "oclos" significa plebaglia).

Tutto questo ha avuto e continuerà ad avere delle conseguenze devastanti. In primo luogo, penso all'immagine dell'Italia all'estero, che neppure dieci Mario Draghi avrebbero potuto ripulire dal fango e dalla sporcizia del cosiddetto Bunga-Bunga. Ma ancora più grave è lo stato della coscienza morale dei nostri concittadini: eravamo già un paese corrotto e di evasori, ora siamo ai vertici europei; eravamo già tra gli ultimi come indice di lettura, ora siamo in fondo alla classifica.

Ricordo che una volta mi trovavo con un imprenditore all'autodromo di Monza per una convention aziendale e, forse per la vicinanza di Arcore, forse chissà per quale altro motivo, egli prese a parlarmi di Berlusconi. Mi disse che molti anni prima gli aveva indicato una massa di gente lì accanto e poi gli si era rivolto così: «Secondo lei, quanti sono gli intelligenti là dentro? Il 10 percento? Ecco, io mi occupo del restante 90 percento». Questa è stata la politica editoriale delle sue tv che hanno portato alla ribalta personaggi fatui ed equivoci e hanno fatto strazio della vera cultura.

Il berlusconismo ha di fatto affossato nella mente della gran parte degli italiani il valore della cultura, riducendo tutto a spettacolo, a divertimento, a simpatia falsa e spudoratamente superficiale, a seduzione. Seduzione da intendere nel senso etimologico di sé-duzione, cioè riconduzione a sé di ogni cosa, secondo quella religione dell'Io che è stato il vero credo di Silvio Berlusconi e da cui non sarà facile liberare e purificare la nostra "povera patria" (come la designava, proprio pensando al berlusconismo, Franco Battiato). Vito Mancuso, La Stampa, 14-6-2023


 


Lunedì 5 giugno 2023, ore 9.30

 

aula magna dell’Istituto Tecnico “F. Galiani-R. de Sterlich”

via U. Ricci, n, 22 - Chieti

La Sezione Abruzzese dell’Associazione Nazionale Magistrati e l’associazione Chieti nuova 3 febbraio promuovono la realizzazione dell’incontro conclusivo del XXX  Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e provincia con la manifestazione La parola agli studenti, durante la quale saranno presentati dagli studenti gli elaborati prodotti e saranno premiate le Scuole. L’edizione del presente anno scolastico ha previsto, dal mese di dicembre 2022, una serie di incontri sul temaLa donna e la sua condizione nella Costituzione e nella società. Prevenzione e contrasto alla violenza di genere, con il fine di contribuire ad estirpare i pregiudizi “che la nostra società ha interiorizzato. Pregiudizi volti a neutralizzare la donna e a perpetuare una sudditanza e una discriminazione di genere in  ogni campo… perché tutto possa rimanere come è sempre stato”. (Paola Di Nicola Travaglini, La mia parola contro la Sua – Quando il pregiudizio è più importante del giudizio).

Intervengono i magistrati Angelo Bozza, presidente del Tribunale di Pescara e Angelo Zaccagnini, referenti della Sezione Abruzzese dell’ANM, per il Corso di Legalità, Alessandra De Marco, giudice del Tribunale di Sulmona, Giuseppe Falasca, sostituto procuratore  presso la Repubblica di Chieti.

Hanno partecipato al XXX Corso le  Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. de Lollis, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei

 

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio



 

Festa della Repubblica

Festa della Costituzione

2 giugno 1946 - prime libere elezioni a suffragio universale femminile e maschile dopo la dittatura fascista e la guerra: referendum tra Monarchia e Repubblica; Elezione dell’Assemblea Costituente

2 giugno 2023

Reclamiamo ogni giorno

il rispetto e l’attuazione

della nostra Costituzione!

Restituisce all’Italia libertà e dignità

Rimuove gli ostacoli

che impediscono la realizzazione dei diritti

Garantisce a noi cittadini

il compito di partecipare

in modo attivo, critico, responsabile

alla vita della città e dello Stato

Viva la nostra Repubblica

parlamentare democratica

Viva la nostra Costituzione



 

Riceviamo dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale:

Per la PROPOSTA di LEGGE COSTITUZIONALE di INIZIATIVA POPOLARE contro l’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, in Italia, sono state raccolte

105.937 firme

di cui 14.216 a Nord, (in cartaceo 4.574, online 9.642)

26.561al Centro, (in cartaceo 16.899, on line 9.662) 65.160 al Sud, (in cartaceo 43.536, online21.624)

Dati della raccolta in Abruzzo

2.717 firme

L’Aquila  629 (in  cartaceo 324, online 305)

Teramo 564 (in cartaceo 170, online 394)

Pescara 392 (in cartaceo 175, online 217)

Chieti 1.132 (in cartaceo 827, online 305)



23 maggio 2023

XXXI Anniversario della strage di Capaci

Il 23 maggio 1992, Cosa nostra uccide con 500 kg di tritolo, all'altezza del paese siciliano di Capaci, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro,  Vito Schifani.

“Su Giovanni Falcone è stato detto tanto e anche troppo in questi anni di commemorazione e di parate in alta uniforme. La su figura esaltata, ma anche usata, debilitata dalla retorica, snervata. La riflessione che ci piace ricordare di più su questa spasmodica lotta per impossessarsi della sua memoria, è quella d Giuseppe D’Avanzo, un giornalista molto stimato dal giudice. Peppe ha scritto dell’umiliante sottrazione di cadavere compiuta da coloro i quali hanno voluto impadronirsi delle sue parole e delle sue azioni, allo scopo di servirsene agitandolo come una mazza contro gli antagonisti del momento.

La Repubblica, “Vita di Giovanni Falcone” di Attilio Bolzoni, 19 maggio 2017

NON DIMENTICHIAMO MAI I FATTI:

SONO MORTI PER NOI


 


 

Lunedì 8 maggio, aula magna dell’Istituto Tecnico “F. Galiani –R-de Sterlich”

Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria - XXIII ediz.

I Principi ispiratori della nostra Costituzione

a cura di Enzo Di Salvatore - docente di diritto Costituzionale presso l’Università di Teramo

Vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: lo lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno, in questa macchina, rimetterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere quelle promesse, la propria responsabilità... (dalla lettera di Piero Calamandrei agli studenti milanesi nel 1955).

Sono i diritti fondamentali di libertà e sociali inseriti nella nostra Costituzione, a garantire “la partecipazione del singolo alla vita politica della comunità”, educando l’uomo e il cittadino ad una coscienza politica, rendendolo un elemento attivo della vita pubblica, come scritto da Piero Calamandrei in “L’avvenire dei diritti di libertà”, pubblicato nel 1946, come introduzione alla seconda edizione del volume di Francesco Ruffini “Diritti di libertà”, scritto nel 1926, durante il fascismo, ma subito ridotto alla clandestinità.


Si ringraziano

il professor Enzo Di Salvatore

la Preside  Professoressa Daniela Baldassarre e le docenti Roberta Bucci, Giuseppina Cifani, Emanuela Marchione, Gabriella Micomonaco dell’Istituto Tecnico F. Galiani - R. de Sterlich

la Preside Professoressa Grazia Angeloni e le docenti Emma Cerritelli, Maria Ester Marcantonio, Angela Passi, Valeria Verlengia dell’ Istituto di Istruzione Superiore Luigi di Savoia

la Preside Professoressa Sara Solipaca e le docenti Barbara Di Paolo, Gabriella Federico del Liceo Scientifico F. Masci

le studentesse e gli studenti


 


Associazione Nazionale Magistrati – Sezione Abruzzese

 

Associazione Chieti nuova 3 febbraio

XXX Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Secondarie

di primo grado di Chieti e Provincia

Venerdì 12 maggio 2023, ore 17.00

Museo d’Arte Costantino  Barbella

via C. de Lollis, 10 – Chieti

Una donna  in magistratura

La testimonianza

di Paola Di Nicola Travaglini

nella nuova edizione del Suo libro

La giudice

Scuole Secondarie di primo grado:

CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. de Lollis, F.Vicentini

FARA F. PETRI-sedi di Fara, Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano

RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti

S. GIOVANNI TEATINO G. Galilei

Si ringrazia il Centro Antiviolenza Donna - Alpha di Chieti

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio


 

Chieti nuova 3 febbraio, l’Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”, l’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, il Liceo Scientifico “F. Masci”, in collaborazione con l’ associazione Unitre-Chieti

Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria

XXIII edizione – a. s. 2022-2023

Lunedì 8 maggio 2023, ore 10.00

Aula magna

Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich

via Umberto Ricci, 22 - Chieti

I Principi ispiratori

della nostra Costituzione

intervento

di Enzo Di Salvatore

docente di Diritto Costituzionale - Università di Teramo

dialogo con gli studenti

Si ringraziano le/gli studentesse/studenti, le/i docenti, le presidi


Primo Maggio. Festa dei Lavoratori e del Lavoro

Nasce a Parigi il 20 luglio 1889 ad opera della Seconda Internazionale Socialista, per ricordare la grande manifestazione operaia di Chicago del 1886, organizzata dai sindacati per rivendicare condizioni più umane per gli operai con la richiesta  di “Otto ore di lavoro, Otto ore di svago, Otto ore per dormire”. In Italia, fu istituita nel 1890, cancellata nel 1923 e ripristinata nel 1945.

- LAVORO E COSTITUZIONE

Articolo 1 - L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 35 - La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni...
Articolo 36 - Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa…

Articolo 37 - La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore…

Articolo 38 - Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale…

Articolo 39 - L'organizzazione sindacale è libera…


- IL PRESIDENTE della REPUBBLICA  SERGIO MATTARELLA
parlando a Reggio Emilia in occasione della Festa del Lavoro, celebrata con anticipo, si rivolge al governo, al Parlamento e a tutte le Istituzioni: "…L'unità del Paese significa unità sostanziale sul piano delle opportunità di lavoro. Significa impegno per rimuovere le disuguaglianze territoriali. Presidiare e promuovere l'unità nazionale significa anche questo": "…Motore della crescita e della coesione sociale della Repubblica…, il  lavoro è indice di dignità perché è strettamente collegato al progetto di vita di ogni persona. E, allora, mentre si riaffaccia la tentazione di arrendersi all'idea che possa esistere il lavoro povero, la cui remunerazione non permette di condurre una esistenza decente, è necessario affermare con forza, invece, il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto".

-DOMANI PRIMO MAGGIO, IL GOVERNO MELONI varerà il «Decreto lavoro», che darà un’altra spinta alla precarietà, neutralizzando il già insufficiente «Decreto dignità»; taglierà il «reddito di cittadinanza» trasformandolo definitivamente in un sistema in cui ogni lavoratore, insieme al contratto di lavoro, riceverà un programma di personale stato sociale, che non garantirà servizi basilari…, metterà spiccioli nelle buste paga dei lavoratori con redditi medio-bassi attraverso il taglio di un punto del cuneo fiscale… Ma, presto, questi soldi, saranno mangiati dall’inflazione…

Da Ansa, Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto…

BUON PRIMO MAGGIO!


Raccolta firme in tutta Italia

Abbiamo raccolto, a Chieti, 828 firme e le abbiamo inviate a Roma, al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, promotore della iniziativa contro la cosiddetta  “Autonomia differenziata”, il disegno di legge, presentato da Roberto Calderoli  e approvato dal Consiglio dei Ministri del 16 marzo.
Ringraziamo le tante persone che ci hanno aiutato.
Consideriamo nostro dovere ricordare agli indifferenti e ai rassegnati che la democrazia, per essere mantenuta, ha bisogno  di cittadine/i che fanno vivere i Principi di rispetto e di solidarietà nei comportamenti quotidiani, nelle scelte, negli stili di vita.
Continuiamo ad esercitare l’impegnativo, ma meraviglioso mestiere di cittadini. Siamo vigili!

A cura del Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla – Applicarla – non Demolirla”, iscritto al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale




La Carta straccia della seconda carica dello Stato

Repubblica cieca. Il divieto di riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista non è una specifica norma, bensì un vero e proprio «paradigma» della Carta
«È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Eppure il presidente del Senato dice che «nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo».
Evidentemente non ha avuto tempo per leggere tutto il testo e non è riuscito ad arrivare alla XII disposizione transitoria e finale. Oppure – il che sarebbe peggio – ritiene che i principi scritti nella parte conclusiva del testo della Carta fondativa della nostra Repubblica democratica non abbiano un particolare valore. In effetti, egli ha dichiarato che solo la prima parte sarebbe «condivisa e incontestabile».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Il Manifesto, 22-IV-2023


 

 


CHIETI NUOVA 3 FEBBRAIO

 

25 aprile 2023 – 25 aprile 1945

per la Democrazia e la Costituzione

Il 25 Aprile è la data del calendario civile in cui tutti i cittadini e le cittadine ricordano la Resistenza e  la sconfitta

del nazifascismo, la Liberazione

e la conquista della Costituzione.

Ogni anno, il 25 aprile, riaffermiamo l’impegno per la difesa e l’attuazione

dei Principi ispiratori della nostra Costituzione e della nostra società.

Ribadiamo

la condanna  del fascismo,

la salvaguardia della Repubblica democratica, parlamentare, antifascista,

una e indivisibile


Dal Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza:
ANPI, AICVAS, ANED, ANEI, ANFIM, ANPC, ANPPIA, ANRP, FIAP, FIVL



Il «mal d’Africa» del Presidente del Consiglio

Mai fatti i conti con l’Italia fascista e imperialista. Così dal 2012 Rodolfo Graziani, criminale di guerra in Etiopia e poi presidente onorario del Msi, ha un mega-monumento ad Affile

Il 5 maggio 1936, dopo 7 mesi di guerra il maresciallo Pietro Badoglio telegrafava a Roma l’ingresso delle truppe del regio esercito ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia.

Il 9 maggio Mussolini dal balcone di Piazza Venezia annunciava trionfale «la riapparizione dell’impero sui colli fatali di Roma». Nel suo viaggio nella ex-colonia la storia segue come un’ombra lunga Giorgia Meloni, prima Presidente del Consiglio postfascista e figlia politica del Msi, il partito erede della parabola mussoliniana.
In realtà i conti mai fatti con quella storia non sono esclusiva dell’estrema destra ma chiamano in causa la società italiana nel suo complesso. Ancora oggi strade, piazze e monumenti in tutto il Paese sono intitolate e dedicate alla guerra imperialista del fascismo senza che nessun governo e nessuna istituzione abbia pensato di intervenire almeno per spiegare cosa significhino storicamente via dell’Amba Aradam o via Addis Abeba piuttosto che Largo Ascianghi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Davide Conti, Il Manifesto, 15-IV-2023




BUONA PASQUA!


 


COMUNICATO

 

Il Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla – Applicarla – non Demolirla”, iscritto al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, raccoglie le firme per la PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE, promossa dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”.

L’iniziativa si propone di contrastare le pericolose decisioni contenute nella richiesta della cosiddetta “Autonomia differenziata”, il cui disegno di legge, esaminato ed approvato dal Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2023, prevede “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario ai sensi dell’art, 116, comma 3, della Costituzione”.

La risposta alla pandemia, alla crisi sanitaria, economica e sociale accresciuta negli anni e aggravata dalla guerra in Ucraina, non può essere “l’autonomia differenziata”, richiesta da alcune regioni del Nord!

Invece di rafforzare il ruolo dello Stato a tutela dell’uguaglianza e dei diritti con politiche finalizzate a ridurre i divari territoriali e a consolidare l’unità del Paese,  non tenendo conto delle esigenze di un’Italia unita e solidale,  si ripropone un’ ulteriore frammentazione, aumentando le disuguaglianze e impedendo il godimento dei diritti per tutti i cittadini italiani.*

Due sono le modalità di raccolta delle firme promosse dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale:

-online, attraverso lo SPID andando sul sito: www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/raccolta-firme-proposta-di-legge/ oppure direttamente al link: https://raccolta firme.cloud/app/user.html?codice=CDC

-su moduli cartacei.

Dal 12 al 27 aprile, presso i banchetti a Chieti e a Chieti Scalo oppure presso gli Uffici Elettorali Comunali, in via delle Robinie, n.5.

*Da Contro un’Autonomia differenziata che nega uguali diritti e spacca il Paese di Massimo Villone, Presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

 

 

 


"Sub Tutela Dei"

 

Dal 21 al 31 marzo presso il Museo Barbella-Chieti

È "L’uomo, il giudice, l’esempio" il sottotitolo dato alla mostra "Sub Tutela Dei", dedicata al magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 e beatificato dalla Chiesa il 9 maggio 2021.

"Sub Tutela Dei – Rosario Livatino, l’uomo, il giudice, l’esempio" è promossa da Libera associazione forense, Centro studi Rosario Livatino, Centro culturale Il Sentiero.

MERCOLEDI' 29 marzo

Per una classe del Liceo Classico "G. B. Vico" - Chieti

ore 9.00, visita guidata

ore 10.00, recital a cura dell'attore e regista Alessio Tessitore

Per le associazioni Chieti nuova 3 febbraio e UNITRE

ore 11.30, visita guidata

ore 12.30, recital a cura dell'attore e regista Alessio Tessitore

“Casto Di Bonaventura, presidente Csv Abruzzo Ets, spiega: «Abbiamo scelto 'Sub Tutela Dei' perché nella promozione e valorizzazione del volontariato non possono non trovare spazio gli ideali di bellezza, di verità e di giustizia che abitano il cuore dell’uomo. Il volontariato, infatti, non risponde direttamente al bisogno ma alle persone e, facendo ciò, incontrano il bisogno che le persone manifestano. Possiamo affermare, infatti, che senza ideali profondamente radicati nel cuore umano anche la legalità, come ogni altra virtù umana, rischia di restare una vuota affermazione. La vita del giudice Livatino testimonia cosa sia vivere per qualcosa di più grande della gloria umana e cosa sia donare se stessi a questo ideale. Tutto ciò, a mio parere, si vede benissimo nella mostra che, nel suo percorso regionale, vuole essere segno per tutti coloro che la visiteranno, in particolare per i giovani, di come si possa vivere lo studio il lavoro e la famiglia con quella pienezza di senso che sembra spesso sfuggire dalle nostre dita».

La mostra prevede un percorso diviso in quattro sezioni con testi, immagini, video e un audio che rievoca l’agguato e che introduce al percorso. Una parte importante è dedicata al testimone Piero Nava, direttore commerciale lombardo, che il 21 settembre 1990 si trovava in Sicilia per un viaggio di lavoro. Assistette, dallo specchietto retrovisore della sua auto, all’attentato che portò all’esecuzione del magistrato Livatino da parte dei mafiosi. Fu lui ad avvisare le forze dell’ordine e riferì quanto aveva visto. In un periodo in cui non esistevano disposizioni sui collaboratori di giustizia, Nava, cittadino onesto e testimone, non pentito, ha visto la propria esistenza stravolta. Ha perso il lavoro ed è ancora oggi costretto a nascondersi con tutta la sua famiglia, cambiando spesso città e generalità. «Quel giorno», ha detto Nava, «Livatino è morto ma io sono scomparso»”. Da “Il Pescara.it”


XXX Corso di Educaz. alla Legalità nelle Scuole Secondarie

 

di I grado di Chieti e Provincia

Due Iniziative presso la Scuola Media Vicentini-Della Porta

Testimonianze e Servizi dal territorio: le/i docenti hanno incontrato il 10 marzo LE RAPPRESENTANTI-del Centro Antiviolenza Donna-Alpha di Chieti, Maria Laura Di Loreto-responsabile, Ernesta Bonetti-avv.;-del Centro Antiviolenza Ananke di Pescara Daniela Gagliardone-avv.; il 17 marzo LE MAGISTRATE Anna Rita Mantini, Procuratore Agg. Procura della Repub. di Pescara, Maria Domenica Ponziani, Sost. Procuratore Procura della Repub. Chieti.

Appuntamenti entrambi istruttivi, che hanno avvicinato  addetti ai lavori di diversa provenienza, accomunati dalla consapevolezza dei problemi legati alla disparità di genere e alla difficoltà della lotta e animati dalla esigenza che donne ed uomini si uniscano per realizzare un modello di società più giusto, lottando insieme contro i pregiudizi e gli stereotipi.

Tutti i presenti hanno ribadito con forza, in modo chiaro e netto, l’idea della Scuola come luogo della formazione culturale ed umana, libera, critica, indipendente, civile, responsabile. Garanzia di liberazione sociale, la Scuola può compiere “il miracolo di trasformare i sudditi in cittadini.” traducendo “in realtà la nostra Costituzione…” (Piero Calamandrei)

Conclusioni:-educare al concetto di parità tra donna e uomo, sin dall’infanzia, nella famiglia e nella Scuola con la modifica dei libri di testo, con la formazione delle/degli insegnanti

-richiedere al Parlamento e ai Governi leggi ed investimenti economici per promuovere un progetto organico e complessivo sulla concreta parità che preveda lo sviluppo dell’occupazione femminile, l’equiparazione degli stipendi, la costruzione di asili, lo sviluppo dei Centri antiviolenza, dei Presidi pubblici (v. art. 3, comma 2 della nostra Costituzione.)

-potenziare rete e coordinamento dei Centri antiviolenza con Enti e Istituzioni locali e nazionali

-attivare maggiore collaborazione tra Scuola e Magistratura con il coinvolgimento anche dei Presidi


 


Associazione  Nazionale Magistrati - Sezione Distrettuale Abruzzese

 

Associazione Chieti nuova 3 febbraio

XXX Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Secondarie

di primo grado di Chieti e provincia


La donna e la sua condizione


nella Costituzione e nella società.


Prevenzione e contrasto alla violenza di genere

Venerdì 17 marzo, ore 16.00

Seconda parte

Testimonianze dal territorio

le/i docenti incontrano

presso la Scuola Media Vicentini-Della Porta

via Don Minzoni per i pedoni e via Fonte Vecchia per i veicoli

LE MAGISTRATE

Anna Rita Mantini

Procuratore Aggiunto  presso la Procura della Repubblica di Pescara

Maria Domenica Ponziani

Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Chieti

Si ringraziano le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara, Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei


 


Associazione  Nazionale Magistrati - Sezione Distrettuale Abruzzese

 

Associazione Chieti nuova 3 febbraio

XXX Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Secondarie

di primo grado di Chieti e provincia


La donna e la sua condizione


nella Costituzione e nella società.


Prevenzione e contrasto alla violenza di genere

Venerdì 10 marzo, ore 16.00

Prima parte

Testimonianze e Servizi dal territorio

le/i docenti incontrano

presso la Scuola Media Vicentini-Della Porta

via Don Minzoni per i pedoni e via Fonte Vecchia per i veicoli

LE RAPPRESENTANTI

- del Centro Antiviolenza Donna-Alpha di Chieti

Maria Laura Di Loreto-responsabile

Ernesta Bonetti-avvocata

- del Centro Antiviolenza Ananke di Pescara

Daniela Gagliardone-avvocata

Si ringraziano le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara, Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei



La lettera della preside del Liceo Michelangiolo di Firenze

Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato, davanti  al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ - diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.

 

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa, ma non è andata così”.

“Priorità alla scuola” sostiene Annalisa Savino, minacciata dal ministro Valditara, e lancia una raccolta firme di solidarietà. Per firmare,

https://secure.avaaz.org/community_petitions/it/la_ds_annalisa_savino_sosteniamo_la_preside_annalisa_savino_minacciata_dal_ministro_valditara/?fpla


 


Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla consegna dei premi Alfieri della Repubblica, in riferimento all'episodio del pestaggio al liceo di Firenze avvenuto nei giorni scorsi, afferma:

 

"Voi agite come fanno tante e tanti ragazze e ragazzi in Italia e in altri Paesi, praticando solidarietà, impegno comune. Tutto questo è un antidoto, una diga,  anche contro la violenza e per questo vi ringrazio, perché indica un modello di vita che si contrappone a quello di prepotenza, sopraffazione, violenza. La vediamo purtroppo sovente: violenza nelle famiglie, violenza nelle abitazioni, violenza contro le donne, violenza in tante circostanze per strada, nei giorni scorsi anche davanti a una scuola contro ragazzi. Vi sono episodi di violenza contro i quali …la vera diga è fatta in maniera prevalente soprattutto dai comportamenti positivi che nella società si realizzano, vengono fuori, si manifestano…da Sky TG24


 


Intervento di Roberto Leombroni

 

NO, ministro Valditara.

 

La sua insensata critica alla lettera inviata da Annalisa Savino, dirigente scolastica del Liceo “da Vinci” di Firenze, in seguito all’assalto squadristico di militanti di Azione Studentesca (organizzazione giovanile vicina a Fratelli d’Italia) contro studenti di Sinistra, dimostra che lei non è all’altezza del posto che occupa. Lei, infatti, definisce “strumentale” l’iniziativa della suddetta dirigente, che denoterebbe una “politicizzazione” che non dovrebbe avere luogo nelle scuole. Da queste sue affermazioni, traspare un’assoluta ignoranza del ruolo che la scuola deve assolvere in una società democratica: quello di contribuire alla difesa e allo sviluppo della democrazia stessa. Quando lei parla di “politicizzazione”, evidentemente ha in mente un’idea ben angusta della politica, l’unica che riesce a concepire e ad attuare: quella fondata sullo scontro tra fazioni. Le sfugge che, al contrario, la sana “politica” che un’istituzione scolastica è chiamata a trasmettere è l’educazione alla cittadinanza e alla democrazia. Non a caso, ma forse lei non lo sa, dal 2008 esiste una legge che introduce nelle scuole una nuova disciplina, che si chiama appunto “Cittadinanza e Costituzione”. Dunque quella dirigente non solo aveva il DIRITTO di inviare quella lettera, ma ne aveva anche, e con lei l’intero mondo della scuola, il DOVERE.

(continua nella sezione Rassegna stampa)


 


Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

 

Coordinamento regionale dell’Abruzzo

Comunicato stampa

L’ANPI abruzzese sull’aggressione al Liceo Michelangelo di Firenze: il coraggio della Dirigente scolastica e l’ignavia del Presidente Marsilio.

Le cose vanno chiamate con il loro nome.

Nelle Istituzioni, in particolare, sarebbero necessarie parole che non lascino spazio a nessuna ambiguità e tantomeno a falsità.

A Firenze dei giovani ragazzi sono stati violentemente aggrediti da un gruppo di giovani di Azione Studentesca, un movimento che ruota intorno all’area di estrema destra, tanto che, pur in attesa che le indagini facciano il loro corso, tra coloro che hanno assistito alla scena o hanno visionato i filmati relativi ad essa, si è parlato immediatamente di squadrismo fascista, sia per la posizione indifesa degli aggrediti, sia per la brutalità dell’attacco.

Quell'aggressione a calci e pugni subìta dai giovani studenti del liceo di Firenze non è stata immediatamente condannata e censurata dai rappresentanti del Governo nazionale come sarebbe dovuto avvenire.

 

Addirittura, secondo il Presidente della Regione Abruzzo Marsilio sarebbe stata legittima difesa! Una distorsione gravissima dei fatti!

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Elezioni regionali 2023

 

Nel Lazio, ha votato il 37,2% degli aventi diritto su 4,8 milioni di elettori. A Roma, il 33,11%.

In Lombardia, ha votato il 41,61% su 8 milioni di elettori.

La destra ha vinto in entrambe le Regioni, conquistando oltre il 50% dei consensi.

“Molte e molto indagate, le cause. Prima fra tutte il progressivo distacco da questa politica segnata da una progressiva perdita di senso, orfana persino della speranza che il governo, in questo caso quello regionale, possa migliorare la nostra vita quotidiana, aiutarci nei nostri bisogni essenziali: curarsi, muoversi, abitare, non morire …”

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, il Manifesto, 14-II-2023



Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Il Governo Meloni insiste nel portare avanti il progetto di autonomia differenziata sostenuto in particolare dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. In questo modo ben 23 materie diventerebbero di competenza esclusivamente regionale. È stata presentata una proposta in materia da parte del Ministro Calderoli, mentre il Governo ha inserito nella legge di bilancio un articolo nel quale si propone la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazioni (LEP) con procedure verticistiche che escludono la discussione parlamentare. Ma proprio la crisi sanitaria, economica e sociale derivante dalla pandemia e dalle conseguenze della guerra in Europa, ha evidenziato le intollerabili diseguaglianze fra le varie parti del Paese nel godimento di diritti fondamentali come la salute, l'istruzione, la mobilità, il lavoro. Quello che è necessario è quindi l'esatto contrario, cioè rafforzare il ruolo dello Stato per attuare in tutto il territorio politiche pubbliche efficaci per superare la crisi e a consolidare l'unità del paese. Perciò è necessario opporsi al progetto di autonomia differenziata che minerebbe l'unità del Paese, aggravando ancora di più le distanze fra il Nord e il Sud. Per queste ragioni firmiamo una Proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare che si propone di modificare radicalmente quelle parti che furono introdotte in Costituzione nel 2001 e che non hanno retto alla prova dei fatti. Quindi chiediamo che: - le eventuali modificazioni del rapporto fra Stato e Regioni possano essere previste solo se “giustificate dalla specificità del territorio”; - il Parlamento non venga escluso dal legiferare in materia, come invece prevede la proposta governativa che gli affida solo la ratifica dell'intesa fra Stato e Regione; - le eventuali decisioni sul ruolo delle Regioni debbono essere approvate dal Parlamento tramite una legge che può essere sottoposta a Referendum popolare; - sia stabilito che sanità, istruzione, infrastrutture e tutela dell'ambiente devono restare di competenza esclusiva dello Stato; - sia introdotta una clausola di supremazia dello Stato per tutelare “l'unità giuridica ed economica della Repubblica”.

Puoi firmare online e leggere l'informativa privacy: sul sito del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale: http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/raccolta-firme-proposta-di-legge/

http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/raccolta-firme-proposta-di-legge/

 


3 febbraio 2023 - 2 febbraio 1993

Noi non vogliamo dimenticare

che il 2 febbraio 1993, furono arrestati alcuni assessori e dipendenti comunali, con l’accusa di concussione, abuso e falso ideologico in atti di ufficio. Alcuni giorni dopo, venne arrestato anche il sindaco. L’8 febbraio, in cinque cittadini, decidiamo di incontrarci per parlare della situazione e studiare che fare. Scriviamo ai nostri concittadini una lettera aperta - sottoscritta da circa 2.000 persone - che portiamo personalmente alle redazioni locali dei quotidiani, allora presenti in città e scopriamo che si sta creando un gruppo, composto da partiti di opposizione, sindacati, associazioni. Aderiamo. Nella sede della C.G.I.L., si costituisce il Comitato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, all’interno del quale ci diamo il nome di Gruppo Liberazione. Nei mesi successivi, il Comitato raccoglierà 12.000 firme. Dopo la conclusione dell’esperienza del Comitato e l’indizione di nuove elezioni, noi cinque e altri decidemmo di dar vita all’associazione denominata Chieti nuova 3 febbraio, perché dal suo nome si comprendesse immediatamente la speranza del giorno dopo.



3 febbraio 2023 - 2 febbraio 1993

 

OGGI

A trenta anni di distanza dalla emersione

della Tangentopoli locale, ribadiamo il nostro impegno a lavorare per contribuire a superare, senza dimenticare, l’indifferenza, l’impotenza, la rassegnazione.

Tutti insieme, consapevoli della bellezza della relazione con l’altro, recuperiamo il coraggio di analizzare gli errori passati e presenti, riconquistiamo la passione civile e il significato dell’essere cittadini, avendo come faro la Costituzione!


 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

 

Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”, Istituto di Istruzione Superiore  “Luigi di Savoia”, Istituto Professionale “U. Pomilio”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Associazioni Unitre-Chieti, “Noi del G. B. Vico-Chieti”

Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria – XXIII edizione

Per il Giorno della Memoria

Secondo appuntamento

Mercoledì primo febbraio 2023, ore 9.00

Auditorium V. Cianfarani - Parco della Civitella -Chieti

Segre. Come il fiume

Autore e regista Antonio Tucci

con Alberta Cipriani

scena Antonella Spelozzo - CHIEDISCENA

Spettacolo per le Scuole

Gli spettatori sono invitati ad indossare

la mascherina FFP

Si ringraziano le Scuole Medie di Fara, Rapino, Roccamontepiano

 

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

 

Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”, Istituto di Istruzione Superiore  “Luigi di Savoia”, Istituto Professionale “U. Pomilio”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Associazioni Unitre-Chieti, “Noi del G. B. Vico-Chieti”

con il patrocinio della Provincia di Chieti, del Comune di Casoli

Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria – XXIII edizione

Per il Giorno della Memoria

Mostra storico-documentaria

I CAMPI DI CONCENTRAMENTO FASCISTI

IN ABRUZZO DAL 1940 al 1943

a cura di Giuseppe Lorentini, Kiara F. Abad Bruzzo,

Gianni Orecchioni, Nicola Palombaro

Mercoledì 18 gennaio 2023, ore 17.00

Palazzo della Provincia di Chieti

-Inaugurazione

Saluti istituzionali: Francesco Menna-Presidente della Provincia di Chieti

Massimo Tiberini-Sindaco di Casoli

-Presentazione del libro

L’ozio coatto. Storia sociale del campo

di concentramento fascista di Casoli (1940-1944)

di Giuseppe Lorentini

Dialoga con l’Autore Costantino Di Sante-Università degli Studi del Molise

Letture di Icks Borea

La mostra rimarrà esposta dal 18 al 31 gennaio 2023 da Lunedì a Venerdì -dalle ore 8.00 alle ore 18.00

Per l’inaugurazione, i partecipanti sono invitati ad indossare la mascherina FFP2

La cittadinanza è invitata a partecipare

COMUNICATO

Per il Giorno della Memoria 2023, nell’ambito della XXIII edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria”, due sono le iniziative promosse dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio e dalle Scuole Superiori di Chieti l’Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”, l’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, l’Istituto Professionale “U. Pomilio”, il Liceo Scientifico “F. Masci”, in collaborazione con le associazioni Unitre-Chieti e “Noi del G. B. Vico”:

-la mostra storico-documentaria I campi di concentramento fascisti in Abruzzo dal 1940 al 1943

-lo spettacolo “Segre. Come il fiume”, a cura del regista Antonio Tucci – Teatro del Krak di Ortona (primo febbraio). I dettagli saranno comunicati in seguito.

La mostra I campi di concentramento fascisti in Abruzzo dal 1940 al 1943, a cura di Giuseppe Lorentini, Kiara F. Abad Bruzzo, Gianni Orecchioni, Nicola Palombaro, realizzata con il patrocinio e il contributo del Comune di Casoli, sarà inaugurata Mercoledì 18 gennaio 2023, alle ore 17.00, presso il Palazzo della Provincia di Chieti e rimarrà esposta fino al 31 gennaio da lunedì a venerdì, ore 8 - 18.00. Gli studenti degli Istituti partecipanti, dopo un breve Corso di formazione a cura dello storico Costantino Di Sante, fungeranno da guida durante le visite delle Scuole.

I quattordici pannelli di cui è costituita la mostra “vogliono avvicinare un pubblico sempre più ampio alla riscoperta dell’internamento civile fascista che per anni è rimasto nell’oblio”, documentando “il sistema concentrazionario italiano durante la Seconda guerra mondiale e, nello specifico, negli anni 1940-1943, evidenziando come l’Abruzzo sia stata la regione prescelta dal regime fascista” per attuarlo, perché, “collocata al centro dell’Italia e lontana dai luoghi di frontiera, difficile da raggiungere perché isolata dalle montagne e dal mare, poco politicizzata e priva di grandi centri urbani” (da presentazione della mostra di Giuseppe Lorentini  e Gianni Orecchioni).

Infatti, furono attivi 15 campi fascisti di concentramento su un totale di 48 nell’intera penisola e 63 “località di internamento libero, una sorta di domicilio coatto riservato a quei deportati che erano ritenuti meno pericolosi, nelle contingenze belliche”.

Città Sant’Angelo, Casoli, Chieti, Istonio Marina (oggi Vasto), Lama dei Peligni, Lanciano, Tollo, Civitella del Tronto, Corropoli, Isola del Gran Sasso, Nereto, Notaresco, Tortoreto alto, Tortoreto stazione (oggi Alba Adriatica), Tossicìa furono le località individuate per l’internamento.

Nel corso dell’inaugurazione sarà presentato il libro L’ozio coatto. Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944), (Ombre corte, giugno 2019) di Giuseppe Lorentini, dottorando presso l’Università degli Studi del Molise, responsabile e curatore del Centro di documentazione on line www.campocasoli.org. Lo studioso, come sottolinea nella prefazione il professor Alberto De Bernardi, “analizza la storia del campo facendo emergere dal confronto diretto con le fonti il profilo dei prigionieri, la vita quotidiana degli internati, il rapporto con la comunità cittadina, ma anche i problemi amministrativi e organizzativi affidati alle forze militari e civili…”, non trascurando “di inserire la storia di Casoli dentro il contesto più ampio delle strutture concentrazionarie nel Mezzogiorno” e con  l’esigenza di istituire il “confronto storiografico con la produzione scientifica relativa al Lager…”

Dopo i saluti Istituzionali del Presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna e del Sindaco di Casoli Massimo Tiberini, l’Autore Giuseppe Lorentini dialogherà con lo storico Costantino Di Sante, uno dei primi studiosi dei campi fascisti in Abruzzo, esperto del sistema concentrazionario.

L’attore Icks Borea leggerà alcune lettere degli internati.

Durante l’incontro, verranno proiettati due brevi video:

-L’ex campo di concentramento fascista di Casoli. Un luogo della memoria europeo (regia di Francesco Di Toro, voce di Icks Borea), in cui in pochi minuti è riassunto il lavoro svolto nel corso di due anni per il recupero dei “luoghi della memoria” dell’ex campo fascista di Casoli

-il video reportage di quasi sette minuti, opera del giornalista Francesco Paolucci che racconta questa storia ancora poco conosciuta.

Realizzare un progetto continuativo di studio, ricerca e didattica, in rete con gli altri Comuni abruzzesi coinvolti nel sistema concentrazionario, ricucendo simbolicamente il tragico legame dei Comuni della Regione Abruzzo nel periodo dell’internamento civile fascista, può contribuire ad articolare il uestopercorso di recuperoQQpercorso di recupero della Memoria dei tragici fatti accaduti nel nostro territorio durante la seconda guerra mondiale e a favorire un autentico processo di conoscenza, che deve diventare a sua volta coscienza critica, se vogliamo affrontare i complessi problemi del nostro tempo.

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio


Per RAFFAELE FRATICELLI (9  gennaio 1924 - 1 novembre 2021)

e “Nu monne nove, fatte di pulite”
Glasnost.

Quase ‘na pennellate di nùvele,
s’avverte ‘st’aria liggere
attorne a li pinziere
di li ggente.
‘Na spere de sole,
‘sta mezza parole;
Nu tire e molle, ‘na fezze de vente,
nu specchie pulite, lucente.
Passe cantènne
‘na canzone andiche,
da chè monne è monne:
“lu parlà chiare e tonne”
“lu sguarde sincere”
“ ‘na strette de mane addavere…”

Glasnòste.
Ognune le porte annascoste
A le piegature dell’àneme.
L’àche de la velàngele che pese,
nu scrùpele che coce,
nu muccecore,
‘na voce
Senza mahàgne e senza ‘mbruje,
sciotte.
Sennò, capace, ni’ ddurme la notte.
Glasnòste.
Mettéme le cose a lu poste,
‘N ze parle de rote e zambate,
nè pìte acciaccate;
proprie gna fusse... ‘na trasparenze...‘Na vote si chiamè…
la cuscienze!

(“Glasnost- voce de popele - Versi in dialetto abruzzese” di Raffaele Fraticelli)



APPELLO di Fabrizio Barca – 3-I-2023

 

Non lasciamo il Lazio alle destre

La sinistra, i progressisti e gli ambientalisti hanno rinunciato a governare il Lazio. La scelta incomprensibile di presentarsi divisi contro il candidato dell’intero centrodestra Francesco Rocca rende sostanzialmente inutile la competizione elettorale del 12 febbraio nella Regione Lazio. E in qualche caso chi ha preso questa decisione si prepara persino a festeggiare cinicamente la propria sconfitta.

Questa scommessa elettorale autolesionista sarà però pagata da cittadine e cittadini del Lazio. Che vedono un’intera classe dirigente lasciare alla destra settori chiave come la sanità pubblica, l’ambiente, i trasporti, la formazione, il welfare.

Per di più, il voto nel Lazio per ammissione della stessa presidente del consiglio ha valenza nazionale: rappresenta una prima prova politica per il governo Meloni e dunque un’occasione per cominciare ad arginare le destre.

Siamo consapevoli del fatto che il tempo stringa. Sosteniamo tuttavia che se i democratici, i progressisti e gli ambientalisti rinunceranno a percorsi individuali e autoreferenziali e se faranno un confronto acceso, informato, aperti e ragionevole, sapranno trovare la convergenza su un programma essenziale e su una rosa di figure significative per una candidatura condivisa e allargata, come richiedono le sfide sociali che si trovano davanti. In questo modo potranno recuperare credibilità e consenso.

Primi firmatari

Fabrizio Barca
Luciana Castellina
Ida Dominijanni
Luigi Ferrajoli
Chiara Giorgi
Tomaso Montanari
Giorgio Parisi
Christian Raimo

Hanno firmato 4418 persone



L’attacco alla Costituzione, e la sinistra non c’è

Pubblicato il 3-I-2023 sul quotidiano Il Manifesto

Qualcuno adesso comincia a capire in che situazione si è andata a cacciare la sinistra, a vedere l’angolo in cui siamo stati sospinti tutti noi che da sempre abbiamo avversato il “lungo regresso”.
Io credo che ci sia un solo modo per provare a cambiare il finale annunciato. Ricercare una rottura di continuità, ritornare ai fondamentali, criticare senza imbarazzi gli errori del passato, rilanciare le ragioni della forma di governo parlamentare e del regionalismo solidale e non competitivo, sostenere l’attuazione della Costituzione, anziché il suo stravolgimento. Insomma, si tratta di riuscire ad imparare dalla storia e dai suoi fallimenti, riappropriandosi delle parole d’ordine e delle prospettive di una sinistra politica e culturale che non ha mai governato.”
Le ragioni di tale imbarazzo sono scritte nel loro passato. Tralasciando i precedenti craxiani e le vicende degli enti locali, l’apertura al semipresidenzialismo in Parlamento fu fatta nel 1997 durante i lavori della commissione bicamerale D’Alema.

Si preannuncia un anno difficile per la nostra Costituzione: da un lato, l’esplicita volontà dell’attuale maggioranza di sfigurarne il volto, dall’altro, l’incapacità di organizzare una valida controffensiva. Le intenzioni degli aggressori sono note: eleggere direttamente il Capo dello Stato e trasferire vaste competenze in tema di diritti fondamentali dallo Stato centrale alle Regioni. Riforme profonde che ci consegnerebbero ad una nuova Repubblica. Di fronte a questo scenario si poteva sperare in un’opposizione compatta. Non è così. Non solo per la prevedibile distanza da chi esprime la medesima cultura della destra. La richiesta di eleggere il «sindaco d’Italia» dimostra da che parte sta il terzo polo. Divisioni, incertezze, a volte ipocrisie si riscontrano anche tra coloro che hanno affermato di volersi «opporre in tutti i modi» alle riforme annunciate.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



BUON 2023

A conclusione del 2022 e volgendo lo sguardo al 2023, il pensiero della nostra società democratica non può non andare alla Scuola democratica, che va difesa con il contributo di tutte e di tutti: luogo di formazione dell’uomo e del cittadino, il più importante dei diritti di libertà, fondamentale garanzia di liberazione sociale.

Lo ribadiamo con le parole
di Piero Calamandrei:

L’uomo non può essere libero
se non gli si garantisce un’educazione sufficiente per prendere coscienza di sé, per alzare la testa
dalla terra e per intravedere, in un filo di luce
che scende dall’alto in questa sua tenebra, fini
più alti che non sia quello quotidiano e bestiale
di saziare gli stimoli della fame.
E’ la Scuola che sola può dare ad ogni uomo quel senso di responsabilità e di consapevolezza politica
che si richiede in chi è chiamato
a scegliere liberamente i suoi governanti...
…i meccanismi della Costituzione democratica sono costruiti, infatti, per essere adoprati non dal gregge
dei sudditi inerti
ma dal popolo dei cittadini responsabili; e trasformare i sudditi in cittadini
è miracolo che solo la Scuola
può compiere…


Adoperiamoci perché questo si realizzi ancora e sempre

AUGURI!



Appello sul Referendum

Referendum costituzionale: No alla grande menzogna

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Il 20 e 21settembre saremo chiamati a votare sul referendum costituzionale sul taglio del Parlamento, meno 36,5%, riducendo da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori.

Il progetto politico che ha portato al taglio della rappresentanza parlamentare senza ascoltare alternative e critiche è rapidamente invecchiato, esso si risolve in un attacco al ruolo della rappresentanza parlamentare proprio quando ne andrebbe rilanciato il ruolo di rappresentanza e unificazione dell’Italia. Pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 24-VI-2020